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Svegliarsi la domenica mattina, nella terza domenica d’Avvento. Essere in attesa di qualcosa. Non sapere bene cosa; non hai ancora preso il caffè e le prime sensazioni della giornata ancora non sono chiare, forse neanche lucide. E’ in questo stato di “semincoscienza provvidenziale” che mi si presenta davanti il senso dell’attesa. Libero la nebbia del sonno, mi tuffo in un caldo mare fluido come mercurio che mi avvolge tutta ma non mi bagna, riemergo a testa in su e occhi chiusi, vedo scorrere davanti ai miei occhi mia sorella, e poi Maria, Bruno, Rosa, Marcello, Rosilde, Maria Teresa, Rosella, Tiziana, Stefania, Pino, Emanuela, Giuseppe, Teti, Francesco, Alessandro, Vincenzo, Daniela, Franca, Elena, Giuseppe, Marika, e tutti gli altri… e mi dico: tra pochi giorni saremo tutti a casa per Natale.   Saremo in tanti quest’anno, tutte le statistiche dicono che l’emigrazione è ricominciata, da sud verso nord, da tutta Italia verso l’Estero. Il lavoro, sempre lui. E ritornano in mente vecchie storie. E magari si apprendono nuove storie, vissute in condizioni ambientali diverse da quelle dei nostri avi, ma con lo stesso spirito di rinascita. Oggi non abbiamo distanze, se non quelle spaziali che troviamo tracciate sulle mappe geografiche. Le abbiamo, apparentemente, annullate con il mondo globale, con le comunicazioni veloci, con il vivere sempre connessi, in qualunque luogo ci troviamo. Sempre in contatto con tutti e con tutto. Una telefonata, una skypata, una whatsappata, una facebookata, una viberata, ti consente di essere sempre presente, virtuale, ma presente. Però lo senti che il virtuale non è reale, senti che i tuoi piedi non calpestano il terreno che i tuoi cari calpestano. Neanche il cielo è lo stesso, solo la luna ed il sole sono gli stessi. E stai in attesa di ritornare.

Siamo pronti tutti: venerdì 20 pomeriggio inizierà a muoversi la grande cascata umana che farà fluire tutti (o quasi) verso Casa, e ognuno porterà con sè una o più storie da raccontare.

Così nasce l’idea di un nuovo prodotto editoriale. Sulla scia di UBU (Under Big Umbrella), e anche di Avventinove in Musica, inauguriamo oggi una nuova rubrica invernale dal titolo SaCaNà , acronimo di Sarò a Casa per Natale. Perchè sì, manca una sola settimana, e poi anch’io sarò a casa per Natale.

Proverò a raccontarvi storie di nuove emigrazioni, vissute come vi ho detto, storie di chi tra pochi giorni potrà dire: SaCaNà. Suona quasi come un saluto SaCaNà. Bello, no?
Per questo primo numero, Zero, non vi racconto niente io direttamente, ma lascio raccontare qualcosa al quotidiano La Stampa che ha lanciato una bella iniziativa: Una foto, una storia. Raccontare la storia di chi si riconosce nelle foto scattate negli anni in cui a Torino arrivavano gli immigrati da sud. E’ stata pubblicata la prima storia ricostruita attraverso quelle foto. Vi invito a guardarla, a questo link. Non vi commuovete, per piacere, non servono lacrime di nostalgia, ma necessitano sorrisi di vittoria.

E poi, non può mancare un pò di musica natalizia. Che, per cominciare, non può essere altro: I’ll be home for Christmas. Interpretazione affidata a Dean Martin e Scarlett Johansson.

A presto rileggerci! A tutti voi, Buona Domenica e SaCaNà!

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