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Pubblicato su Corriere Locride a questo link.

Oh caro Roccella Jazz che ci hai fatto il regalo di Natale,

ti confesso subito che non ti aspettavo, che mi ero dimenticata di te. Avevo dimenticato di essere a credito di te. Sai, i debiti me li ricordo ma coi crediti faccio fatica… Mi assaliva la tristezza ogni volta che alla radio sentivo la pubblicità di Umbria Winter Jazz e provavo invidia per gli Orvietani. Fino a quella mattina in cui mi è arrivata la notifica di Facebook: Roccella Jazz Festival – pagina ufficiale ha pubblicato una nuova foto. Apro e trovo il programma di Jazzy Christmas, la sessione invernale di Roccella Jazz. Leggo i nomi e, uno dopo l’altro, quanti nomi, che nomi! Che regalo!

Oh caro Roccella Jazz che ci hai fatto il regalo di Natale,

è stato un Natale diverso, un Natale che ha avuto l’eco delle note d’estate dentro la gelida vacanza invernale. Non era facile andare da un paese all’altro nello stesso giorno, come magari si fa d’estate in giorni diversi, e qualche concerto l’abbiamo perso. Abbiamo certamente perso quelli per cui serviva il dono dell’ubiquità ma, certo non era agevole posizionare 30 concerti in soli 5 giorni senza incorrere in contemporaneità. E’ che però questi siamo, solo noi, senza gli appassionati estivi. E questi siamo riusciti a riempire sale e auditorium.

Oh caro Roccella Jazz che ci hai fatto il regalo di Natale,

abbiamo avuto l’impressione che ci fossero più fotografi che pubblico. Chè pure il pubblico fa il fotografo. Sai che c’è stata una signora seduta davanti a me che con lo smartphone ha fotografato attimo per attimo, in lungo e largo, il modalità sia panoramica che zoom tutta la serata con Trovesi e Morris? Tanto che se oggi tu vai da questa signora e le chiedi in quale serata è stata a Roccella Jazz potrebbe risponderti: “Quella in cui c’era Mimmo Cavallaro”. Che c’era davvero, ma tra il pubblico. Non so dirti se era lì perché si aspettava che Trovesi, nella sua Follia, facendo il viaggio dalle coste africane verso il Gargano, passando da Roccella rivisitasse Mulinarella in chiave jazz. Oppure perché ha in mente di girare a tarantella la Folìa di Russell. Un “parimai!” in entrambi i casi ci sta tutto.

Oh caro Roccella Jazz che ci hai fatto il regalo di Natale,

ci hai anche regalato i biglietti per i concerti all’Auditorium. Voglio dire, 5 euro, cosa vuoi che siano per assistere ai concerti di giganti del jazz? Eppure son curiosa e vorrei chiederti quanti biglietti omaggio ti sono stati richiesti, ma non lo farò. Vorrei chiederti quanti accrediti stampa avete rilasciato, ma non lo farò. Uno di sicuro: quello per la testata giornalistica regionale RAI. Il suo cameraman ha fatto un lavoro eccellente. Che poi abbiano mandato in onda servizi a spizzichi e bocconi è un altro discorso, fa parte del carattere del tgr Calabria: difficile con  tratti di superficialità.

Oh caro Roccella Jazz che ci hai fatto il regalo di Natale,

ci hai anche regalato la bellezza dell’incontro tra la “sajazz” di Rava e l’estro dei giovani del suo quartet. Quel Francesco Diodati che ha condito di elettronica la performance lasciando a bocca aperta il pubblico non ancora propenso al genere, ha fatto scattare entusiasmo in chi inizialmente pensava si trattasse di fantascienza.

Oh caro Roccella Jazz che ci hai fatto il regalo di Natale,

devo dirti che mi sei piaciuto proprio. E che però ho un sogno per la prossima edizione invernale: che spariscano i pannelli rossi che tagliano la platea per ridurla, in previsione di presenze non sufficienti a coprire tutti i posti. Chè se non togli i pannelli, ti propongo di fare il prossimo Jazzy Christmas a casa mia. Ti prometto che faccio sedere la ministra Lanzetta in poltrona. Sul divano faccio accomodare gli amici che ritrovo sempre, e pure il senatore Zito. Il direttore Staiano lo tengo un po’ nascosto a far la voce presentante fuori campo. La direttrice Pinchera la lascio libera di girare per casa. I fotografi li metto sul balcone a turnare per far le foto. Le signore in pelliccia le dirotto verso il Cilea oppure gli dico di tornare a casa a mettersi in tenuta più radical e meno chic.

Perché sai, oh caro Roccella Jazz che ci hai fatto il regalo di Natale, non è tanto questione di prevedere i numeri, quanto questione di osarli questi numeri!

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