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civiliSi sta facendo un gran parlare, un vero chiasso, tra manifestazioni e pride di varia natura per contrastare il ddl “Cirinnà”, mettendo a fuoco, in tutti i sensi, soltanto la questione delle unioni civili delle coppie omosessuali.
Quello che non si dice, invece, che passa in secondo piano è che tal disegno di legge è di fondamentale importanza per quel che riguarda in generale la materia trattata. E cioè che, come ha ricordato oggi, durante il dibattito in Aula, la stessa senatrice Monica Cirinnà, da cui prende nome il ddl, essendone la prima firmataria,  “Questo provvedimento intende per conviventi due persone, non parenti,  unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale ; a tutti coloro che convivono more uxorio, senza distinzioni basate sull’orientamento sessuale dei componenti della coppia, vengono riconosciuti alcuni diritti e doveri, già ampiamente riconosciuti dalla giurisprudenza consolidata. A queste coppie sono ricostituite  tutele minori e più circoscritte rispetto ai coniugi o agli uniti civilmente : vengono infatti estesi solo alcuni diritti in materia sanitaria , ordinamento penitenziario , graduatorie pubbliche, norme in materia di impresa familiare. Resta esclusa tutta la materia delle successioni e i diritti previdenziali tra cui la reversibilità della pensione. Resterà libertà dei conviventi regolare tra di loro le questioni patrimoniali attraverso un contratto di convivenza redatto di fronte ad un notaio o ad un avvocato.”

Ecco, su questo non ho sentito alcun dibattito. Per fare un esempio, abbiamo tanto discusso negli ultimi anni, data la grande crisi, del fatto che molti giovani non riescono a contrarre matrimonio per motivi economici ma non vedono neanche la possibilità di veder riconosciuti determinati diritti per la loro convivenza. Non una parola su questo. Bene, abbiamo la possibilità, oggi, in questi giorni, di fare dei passi avanti, di camminare nella civiltà, per come eravamo abituati, noi italiani che abbiamo sempre dato esempio e fatto scuola di civiltà, sin dalla notte dei tempi. Non facciamoci sfuggire questa opportunità, prendiamola e portiamola avanti sulla strada dell’uguaglianza, dell’inclusione, della non discriminazione, dell’esercizio del diritto di ognuno ad essere libero di poter scegliere chi amare e con quale modalità cambiare il proprio “stato civile“.

La vogliamo o no un’Italia civile e non dormiente?

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