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Gaetano Rizzo Repace Foto dal webGaetano Rizzo Repace
Foto dal web

M’è morto IL Preside.

Ho da poco appreso, tramite Facebook, che m’è morto il preside Rizzo, il mio preside del Liceo Classico, il preside del mio Liceo Classico.
Pare che la famiglia non abbia voluto rendere pubblico l’evento luttuoso e ne abbia dato notizia a Jonio calmo. Ma i social sono un mare in tempesta e le notizie volano, surfano sulle onde, si infrangono sulla riva e bagnano tutto.
Non posso fare a meno di fermarmi un attimo e mettere nero su bianco il ricordo che ho di lui. Il prof. Gaetano Rizzo Repace, per tutti Il Preside Rizzo.
In cinque anni si raccolgono tanti ricordi legati al rapporto tra Autorità istituzionale e massa studentesca, tra una circolare regolativa ed una formativa.
Ma il ricordo che io mi porto dentro non è un ricordo legato ad episodi particolari, seppur significativi; è un ricordo legato alle sensazioni di appagamento, curiosità, sete di conoscenza, gioia pura che mi si scatenavano dentro, ogni qualvolta un docente si assentava improvvisamente. Gioivo non per l’assenza del docente e conseguente “vacanza”. Gioivo perchè era in quel momento che il Preside non era più Preside. Vestiva i panni del docente, entrava in classe a sostituire il docente assente, si sedeva alla cattedra e non vestiva i panni del docente assente. Faceva il supplente senza fare il supplente. Non chiedeva: avevate compiti? Non chiedeva: avete studiato per oggi? Non interrogava nessuno. Faceva tutto da solo. Apriva il registro, guardava a che punto del programma eravamo arrivati nella materia del docente assente e cominciava a parlare.
E qui si accendevano le mie sensazioni e mi pervadevano. Lui partiva dall’argomento della materia in questione e ogni volta costruiva un capolavoro di trasversalità didattica, attraversando tutte le altre materie. Ed io assorbivo come una spugna ogni sua parola, ogni suo pensiero, ogni ponte che lui costruiva tra materia e materia, tra argomento e argomento: ci prendeva per mano e ci conduceva per le meraviglie del sapere e della conoscenza. Non esistevano barriere, nè specializzazioni, tra filosofia e musica, tra musica e italiano, tra italiano e storia, tra storia e biologia, tra biologia e geografia, tra geografia e matematica, e fisica…Tutto era collegato, tutto costituiva un sistema; il sistema del sapere e della conoscenza che porta ad aprire la mente, a saper utilizzare quel sapere e quelle conoscenze nella vita di tutti i giorni ed in ogni ambito.
Erano gli anni della prima metà degli ’80, non si parlava ancora di obiettivi di competenza, non si parlava di competenze di cittadinanza. Si parlava di formazione del giovane; era il concetto dell’epoca.
Ma oggi so che IL Preside era avanti, era un fine intellettuale.
Di lui, in occasione della presentazione di un suo libro, la Biblioteca Marucelliana di Firenze scriveva nel 2008: Gaetano Rizzo Repace è figura di tipico intellettuale meridionale, dalle doti multiple e straordinarie, dal riserbo raffinato perseguito per tutta la vita: di formazione classica è stato insegnante e preside (del Liceo Classico di Locri): è pittore di grande qualità, intenso scrittore, quasi soltanto inedito fino il 2002 (prima pubblicazione del racconto “genius Loci”), cultore profondo e appassionato di paleontologia e geologia, oltre che di musica e filosofia.
E oggi so che è sua responsabilità se ogni volta che spiego un argomento, che sia di scienze, che sia di matematica, che sia di geografia, sconfino nell’italiano, sconfino nella storia, nell’arte, nella musica… E ogni volta che lo faccio penso a lui e lo vedo dolcemente sorridente sotto i suoi baffetti bianchi, con indosso il loden verde e il borsalino verdone.
Sorriderà ancora e sorriderà sempre, dolce, severo e giusto.
Ed io non potrò mai finire di ringraziarlo per quelle supplenze provvidenziali, illuminanti: epifania dell’assenza del docente.
Grazie, Preside Rizzo, a rivederci!
Sua studentessa Maria Rosa Rechichi, sez. C  del Suo Liceo Classico “Ivo Oliveti”, Locri.
 
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