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La Calabria è quella cosa che sul finire d’agosto, dalle 5.00 della sera, riempie le pensiline delle fermate degli autobus con quei tanti suoi figli che per mantenersi, e talvolta per mantenerla (le addizionali IRPEF servono), hanno dovuto scegliere di andare a lavorare nelle città dell’Alta Italia perché qui “non è terra di patate”; salgono sugli autobus quei figli, si fanno trasporto su gomma, dopo che il trasporto ferroviario è stato mortificato così tanto da essere in qualche caso addirittura annullato, e dato che il trasporto aereo non è agevole né nei costi (si fa prima ad andare all’estero) né  nei collegamenti da e per gli aeroporti (navette a 25 euro a tratta e senza aria condizionata nel pieno d’agosto); e vanno, quei figli, si fanno viaggi su gomma che durano 18, 20 ore, contro le 2 ore d’aereo, contro le 8 ore di treno veloce, come se fossero figli di nessuno. #figliditroiolo

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