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Siamo nei giorni in cui finisce la scuola.
E’ strano dire o sentir dire “finisce la scuola” per una scuola che non c’era, per come l’abbiamo sempre conosciuta. Una scuola che è stata tenuta in vita da tutti gli insegnanti, ognuno per come ha potuto, al massimo dell’impegno e dell’abnegazione. Dietro uno schermo, sì, ma con la passione di sempre, anzi di più! No, non eravamo preparati. Nessuno lo era, neanche i primi della classe. Oltre alle lezioni, prima identiche a quelle in classe, ripetute da un computer, poi, via via sempre più impregnate di cambi metodologici legati al particolare momento vissuto, anche i compiti hanno subito profonde trasformazioni di metodo: dagli iniziali “da pag a pag” siamo arrivati ai veri “compiti di realtà” che ancora si faticava a portare in tutte le classi. Per i non addetti ai lavori, è bene che si sappia che per questo tipo di compiti si parte da una situazione-problema nel mondo reale e, mettendo in campo conoscenze ed abilità acquisite, si giunge alla realizzazione di un progetto, alla creazione di qualcosa di concreto, alla produzione di una performance. In tutte le scuole, in questo periodo sono state fatte diverse esperienze in tal senso. Il Ministero dell’Istruzione ci ha mostrato, ogni giorno, attraverso i propri canali social, elaborati ed esperienze di attività realizzate nelle scuole italiane attraverso la sezione #lascuolanonsiferma.

Ci sono, però, tantissimi elaborati ed esperienze che sono rimasti al chiuso delle videolezioni e delle classi virtuali e di cui non si è fatta parola fuori da questi luoghi (fino a poche ore fa). Elaborati che sono dei compiti di realtà esemplari, che mostrano quante conoscenze, abilità e, ecco cosa serve, competenze siano riusciti a dimostrare gli alunni in questo periodo. Vorrei, dunque, parlarvi degli elaborati di due bambini alunni di scuola primaria, entrambi di quarta classe: Miriam che frequenta la quarta classe dell’Istituto Comprensivo “Claudio Abbado” di Roma e Francesco che frequenta la quarta classe dell’Istituto Comprensivo “Niccolò Tommaseo” di Torino.

Cos’hanno fatto questi due bambini? Ve lo racconto.

Nel chiuso delle proprie camere e delle proprie case, hanno dato spazio alla proprie abilità e conoscenze e hanno realizzato due prodotti straordinari.

Miriam ha raccolto materiali, notizie, foto, stampe ed ha allestito sulle pareti della sua cameretta una mini-mostra su Frida Khalo, in particolare sugli autoritratti, con tanto di percorso guidato che spazia dall’arte alla geografia alla storia, all’italiano. Nel video che ha realizzato, Miriam dimostra le competenze di livello avanzato, previste dalle Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola del primo ciclo, al termine della scuola primaria: “formula messaggi chiari e pertinenti, in un registro adeguato alla situazione; legge e comprende individuando il senso globale e le informazioni principali, utilizzando strategie di lettura adeguate agli scopi, mettendole in relazione e sintetizzandole in funzione dell’esposizione orale; utilizza termini specifici legati alle discipline di studio; padroneggia l’organizzazione logico-sintattica delle frasi e del discorso; organizza le informazioni e le conoscenze, tematizzando e usando le concettualizzazioni pertinenti; comprende avvenimenti, fatti e fenomeni delle società e civiltà che hanno caratterizzato la storia dell’umanità; è in grado di osservare, esplorare, descrivere e leggere opere d’arte; individua i pricipali aspetti formali dell’opera d’arte; apprezza le opere artistiche provenienti da culture diverse dalla propria.” Insomma, un compito di realtà degno di una promozione con il massimo dei voti!
Il video ha avuto in queste ore l’apprezzamento dell’Ambasciata del Messico in Italia, tanto da dedicarle un post sui propri profili social. Su Facebook è apparso così:

Il post su Facebook dell’Ambasciata del Messico in Italia

Ed ecco il video di Miriam, con tanti Auguri di Buona Estate e Viva la vida, siempre!

Mini-mostra su Frida Khalo, a cura di Miriam Sensidoni

Adesso trasferiamoci a Torino, dove Francesco, un bambino coetaneo di Miriam, all’inizio della fase due del lockdown, è riuscito a tirare fuori tutta l’amarezza e la rabbia del difficile periodo vissuto, e ha scritto un testo che poi è stato musicato da mamma e papà, facendo nascere la canzone “Intanto tu arrivi”: una giornata normale, che dovrebbe dare concretezza ai sogni di un bambino, improvvisamente oscurata da un telegiornale e tutto cambia, tutto diventa un’altra cosa. Una musica delicata per parole forti che suonano come rimprovero e rivincita: Intanto tu arrivi, mi chiudi la scuola, con quella arroganza, sei tu la maestra. Io voglio sognare, vuoi farmi paura, Covid? Ci hai preso alle spalle, una storia non bella, tu dici virale, la scuola non vale. Invece noi siamo più uniti di prima, Covid!”
La fiducia nella medicina per sconfiggere il nemico e la certezza che Covid non avrà vinta la partita; una speranza dentro un ospedale. Con il finale tutto da scoprire, nella tenerezza della protezione delle persone più fragili di questo periodo storico.
Anche nel lavoro di Francesco sono evidenti competenze di alto livello, riferibili a quanto contenuto nelle Indicazione Nazionali; esegue semplici brani vocali o strumentali utilizzando anche strumenti didattici autocostruiti; esercizio di produzione creativa, riflessione critica; organizza le informazioni e le conoscenze; racconta i fatti; comprende avvenimenti, fatti e fenomeni della società con possibilità di apertura e confronto con la contemporaneità. Insomma, anche a Francesco, il massimo dei voti per questo compito di realtà!
Il video di Francesco ha avuto l’attenzione di alcune testate giornalistiche, quali Il quotidiano piemontese, Specchio dei tempi de La Stampa e del TGR Piemonte. Clicca qui per vedere com’è stato presentato.
Ed ecco il video di Intanto tu arrivi, cantata da Francesco. Buone vacanze anche a lui e… stai certo: la nonna non si tocca!

Intanto tu arrivi – Francesco Ernesto Rossi


A Miriam, a Francesco e a tutti gli Alunni d’Italia: Buone Vacanze!

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