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Pubblicato su Corriere Locride, a questo link.

Oh cara La Buona  Scuola che mi inviti alla consultazione nazionale,

ormai da tante settimane stai facendo l’appello, chiamandoci uno ad uno, cittadini dentro e fuori, perché ci adoperiamo per dare il nostro contributo alla discussione su di te che sei un documento importante, che vorresti riformare quel pilastro che, insieme alla sanità, fa crescere un Paese: la scuola.

Oh cara La Buona  Scuola che mi inviti alla consultazione nazionale,

eh sì che ti abbiamo letto noi insegnanti, ti abbiamo anche studiato in gruppo, ci siamo riuniti, anche in presenza di qualche politico impegnato in Commissione Istruzione della Camera dei Deputati. Lo abbiamo fatto dalla prima all’ultima pagina, dal primo al dodicesimo punto.

Oh cara La Buona  Scuola che mi inviti alla consultazione nazionale,

e lo sai, non posso trattenermi, qualcosa te la voglio dire. Prima di tutto, tu affronti l’argomento degli insegnanti precari e pensi alla loro stabilizzazione, anche per garantire continuità didattica per gli alunni. Ma ti sei mai domandata cos’è la continuità didattica per i docenti? Riesci anche solo ad immaginare quale livello di stress comporti per ogni docente precario dover cambiare scuola ogni anno? Che non è solo un cambiamento fisico, è anche un cambiamento di procedure, di usi, di relazioni; non fai in tempo a prendere confidenza che finisce l’anno scolastico. E si cambia!

Oh cara La Buona  Scuola che mi inviti alla consultazione nazionale,

parli di organico funzionale che, per carità, avrà pure la sua valenza. Ma che ne diresti di parlare, piuttosto, di abbassamento del numero di alunni per classe? E che ne diresti di ripristinare le compresenze nella scuola primaria? Da un lato ci riempiamo di discorsi sull’integrazione, sui nuovi bisogni sociali, sui bisogni educativi speciali, sui disturbi specifici d’apprendimento, sul veloce mutamento della società che porta cambiamenti “critici” in seno all’infanzia e all’adolescenza; e dall’altro anche tu continui a lasciarci soli pretendendo che ci spuntino 25 occhi, 50 mani e almeno 18 cervelli per riuscire a dare ascolto vero contemporaneamente a tutti ed ad ognuno.

Oh cara La Buona  Scuola che mi inviti alla consultazione nazionale,

dici che vorresti assegnare le risorse secondo criteri di premialità collegati al sistema di valutazione delle scuole. Non capisci che così facendo favoriresti la competizione tra scuole, e alle scuole site in territori disagiati permetteresti di degradare sempre più? E come la mettiamo con l’art. 3 della Costituzione, quello che parla del dovere della Repubblica Italiana di rimuovere gli ostacoli che limitano l’uguaglianza? Vorresti anche aprire le porte ai finanziamenti dei privati. Di quali privati? Di una compagnia telefonica che mi regala la fibra ottica in cambio di pubblicità? Parliamone, potrebbe interessarmi per attuare la digitalizzazione che sventoli come bandiera.

Ma stai attenta, oh cara La Buona  Scuola che mi inviti alla consultazione nazionale, questo non deve significare la limitazione di una specifica libertà. Altrimenti, come la mettiamo con la Costituzione laddove recita “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”?

Perché vedi, oh cara La Buona  Scuola che mi inviti alla consultazione nazionale, non è tanto questione di salvaguardia dell’Istituzione, quanto questione di salvaguardia della Costituzione.

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