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10548765_10204267427673928_2075105354937942137_oTorno all’Ufficio Oggetti Smarriti dopo due settimane.
Stavolta non porto qualcosa, porto qualcuno. Voglio portare il mio amico Dino Conta. Ve lo ricordate? Il mio amico contadino che mi vende le belle verdure e la bella frutta per ricette slurpose (non chiamate l’Accademia della Crusca che siamo ad agosto e sono tutti in ferie) e mi regala perle di saggezza, e mi fa tirare fuori della bella musica, lo ricordate? Se non ve lo ricordate, cercatelo tra le pagine di questo blog.

Ecco, da qualche tempo Dino è sparito dai tasti del mio pc. Non so dove sia andato a rifugiarsi. Forse dentro l’inchiostro di una penna, forse tra le pagine di un block notes, forse nelle Note dello smartphone, chissà. Fatto sta che non si fa vedere, è scappato. E non ditemi di fare appelli, di chiamare Chi l’ha visto?, non trattano casi come questo.

L’unica cosa che posso fare è portarlo qui all’UOS, lo deposito nello scaffale della lettera D e attendo che qualcuno venga a reclamarlo e a farmelo tornare.

Che se tornasse gli racconterei di come si sta bene al mare, al sole, in acqua, sdraiati sul lettino sotto l’ombrellone, fino a quando non cominci a percepire che quei tre/quattro metri quadrati di “casa” ti cominciano a stare stretti e hai voglia di cambiare sole, cielo e mare, e pure ombrellone. Che sì, è piacevole essere stuzzicati dai profumi che arrivano dalla cucina e giochi a “antipasto, primo, secondo, contorno, frutta, dolce” come se giocassi a “nomi, città, cose” e indovini quasi sempre, tranne quando si mette in mezzo la mentuccia che litiga col basilico e col prezzemolo, tanto che ti pare che il pesce spada nuoti nel mojto, il pomodoro sia sempre in corte d’assise e le melanzane si crogiolino nel salmoriglio. Che sì, è simpatico ascoltare, tuo malgrado, le parole e i discorsi dei “vicini di casa”, fino a quando non ti piazzi le cuffie e cerchi di ascoltare un pò di radio, la musica del momento, fino a quando non arrivano JAx e Fedez che te le cantano (?) sull’uso consapevole dei social, demoni che ti ricorderanno un giorno, uomo, il cretino che eri quando eri giovane e ti ubriacavi nei weekend (loro no); e ricorderanno a te, donna, la cretina che eri a lanciare il reggiseno ai concerti (e chi non lo fa?); cose mai accadute prima dei social…e vorrei ma non posto. Oppure fino a quando arriva l’altro, Marracash, che ti canta “ci siamo fidanzati su whatsapp, mi scrivevi di si, di si, di si, abbiamo divorziato su whatsapp” tessendo le lodi dell’insta lova. Oppure, ancora, fino a quando arriva l’altro, Fabio Rovazzi, il simpatico nerd, subito notato da JAx,  col suo “andiamo a comandare col trattore in tangenziale“, che quando l’ho sentita la prima volta pensavo fosse l’inno dei colleghi di Dino Conta in protesta per le quote latte; poi ho sentito che non si fa le canne ed è astemio e allora ho capito perchè i miei alunni di quarta elementare la cantavano già dai primi di maggio. Forse l’ho capito.

Infine, fino a quando arriva lui, il sempregiovane Jovanotti che ti scioglie nell’aria le note e le parole della sua “ragazza magica“: rasenta la perfezione armonica, il sound dolce accompagna il testo poetico, tu ti rilassi anche se l’ascolti mentre stai tra gli scaffali del supermercato a districarti tra una passata di pomodoro , rustica o vivace?, e tra un pesto, di basilico o di pistacchi?, e decidi di prendere entrambi perchè no, non esistono conflitti nè dubbi quando…

Sei luce di stella, permetti la vita
Qui nel mio pianeta tutto parla di te
Il sangue che brilla, la mia clorofilla
Che scorre nel legno di mille chitarre
Di mille violini suonati dal vento
Di mille telefoni in cerca di campo
E’ meglio per te che quando ti guardo
Non sai che ti guardo, così come se
La luna sapesse che stiamo a guardarla
Potrebbe decidere chi non ce n’è
E mettersi in posa, cambiare qualcosa
Invece è bellissima così com’è, così com’è, così com’è

 La mia ragazza è magica
E lancia in aria il mondo e lo riprende al volo
Trasforma un pomeriggio in un capolavoro
E mi fa stare bene, oh-yeah
Quando io sto con lei…

E tutte le altre parole che precedono e seguono. Ecco, direi a Dino che se tutti imparassero a cantare questa canzone, non esisterebbe violenza. Perchè se canti una cosa così, non ti viene da esser scortese, ti riempi di quiete, tiri fuori solo sorrisi e gentilezze. Ecco, se la tua ragazza è magica, tu sei gentile.

E già, caro Dino Conta, ora che stai all’UOS, ti chiedo di ripensarci. Hai bisogno di riposo? Va bene riposati. Ma torna presto, prestissimo, che i fichi sono maturi ed io non posso stare senza il pranzo agostano di frisella, fichi e formaggio di pecora.

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