0 Flares Filament.io 0 Flares ×
Michelangelo Pistoletto e me al firma copie e due parole*

Giorno 5, che per me è il 4.

Il lunedì del Salone si sveglia già con un piglio dimesso che sta tra la tristezza della fine che arriva, della consapevolezza che il Salone sta per finire, è arrivato all’ultimo giorno, e forse era meglio quando lo si attendeva, “Non è l’attesa essa stessa il Salone?” direbbe qualcuno; e la voglia di tirare finalmente un sospiro di sollievo e dire “E’ andata. Possiamo riposarci.” Sono questi i pensieri degli espositori che cominciano ad accusare i colpi della stanchezza e dal primo pomeriggio iniziano a ritirare e reimpacchettare tutti i libri e tutti gli arredi degli stand. Sono questi i pensieri dei fantastici Felpini, i giovani che sanno sempre dove-come-quando-come e forse anche perchè.(Applausi).

Me ne stavo beatamente a gironzolare tra gli stand del lunedì o, come ora sappiamo, di quello che rimane degli stand al lunedì, in cerca di libri mai visti nei giorni precedenti, battendo a tappeto padiglione per padiglione in una sorta di marcatura territoriale quasi a voler trattenere il tempo per non far finire il Salone, quando arrivo all’Arena Piemonte, l’anfiteatro della Regione Piemonte e noto il display che indica che alle 16:00 (mancavano 10 minuti) ci sarebbe stata un’intervista a Michelangelo Pistoletto con tema L’Anima tecnologica e la memoria di sé, a partire dal libro che ha appena pubblicato, La formula della creazione, Cittadellarte Edizioni. Allora mi sono fermata. Perché così io faccio al Salone: prenoto quei 2/3 incontri che riesco a prenotare e poi non mi metto a fare file interminabili, il tempo è meglio impiegarlo per incontrare persone vecchie e nuove, e poi mi fermo quando mi imbatto in opportunità di incontri interessanti. Questa con Pistoletto si annunciava senz’altro interessante.

Così è stato. Il Maestro mi ha affascinato, mi ha rapito. Ha iniziato a parlare dell’universo e di come si sia sviluppata la lettura dell’Universo. Di come non dobbiamo aver paura dell’Intelligenza Artificiale perchè è lei che gli darà l’eternità. Di come ci muoviamo nello spazio-tempo dando vita e facendo parte di una creazione infinita. Di come la tecnologia ci doni un’anima e una memoria che vivranno sempre e tanto altro. Riporto qui alcuni brani del suo intervento.

La lettura dell’universo nasce dal momento in cui c’è stato un essere… un essere ancora non proprio anima, non animale, ancora bestiale, che ha messo una mano sulla superficie della caverna e si è accorto di aver lasciato un’impronta. Questa impronta è poi stata assunta con coscienza. E allora sono state fatte appositamente le impronte. Allora si sono resi conto, perché poi non era poi più uno solo, erano tanti che lasciavano le proprie impronte. Lasciando le proprie impronte hanno creato una virtualità… una virtualità di intesa delle mani di tutti, quindi la società umana. Via via la società umana si è sviluppata dal principio che è stata l’impronta. E’ una cosa incredibile, impensabile. Eppure è successo. Che una persona si sia trovata ad avere una mano fisica, la propria mano, ma la stessa mano era rimasta sulla superficie della caverna. Ma quella mano non era la sua, ma era la sua. Com’è possibile che io abbia una mano vera e una mano non vera? Invece si sono aperte le porte dell’ignoto. Tutto diventa possibile. Tra queste due mani tutto è possibile. Da allora siamo arrivati all’intelligenza artificiale di oggi.

È possibile capire che dentro a questo grande cervello che ci accomuna tutti ci siamo già. Non è che è una cosa che verrà. Ci siamo. Quindi non si tratta di far altro che lavorare tra di noi n modo che questo cervello non dia i numeri. Ma li dà i numeri perché è tutto fatto con numeri. È tutto numerato. Dare i numeri vuol dire impazzire, no? Noi dobbiamo cercare di non impazzire, di non far sì che il nostro cervello finisca per autodistruggersi. Quindi io non ho paura che il cervello artificiale, che l’intelligenza artificiale arrivi a sopraffare l’umanità. Io ho paura che la parte diabolica e bestiale dell’essere umano finisca per aggredire la tecnologia, speriamo che la bestia non faccia fuori la virtualità.

Sarebbe riduttivo riportare qui tutti i pensieri del Maestro Pistoletto. Ovviamente, l’invito è a leggere il libro che si compone di 31 passi, ognuno dei quali va letto e meditato, magari riletto. Sapendo già che Questo libro sarà assorbito dall’intelligenza artificiale che lo metterà insieme ad altri libri e genererà altri pensieri, altre riflessioni, in un continuo ed infinito creare così che io so già di essere immortale. Da vivo ho già l’immortalità, mi è stata donata l’immortalità, e questo è meraviglioso.

Alla fine dell’intervista mi sono avvicinata per il firma copie e mentre siglava con il suo simbolo di infinito, la dedica e la firma, ho fatto due parole con lui per ringraziarlo dicendogli che avrei portato queste sue riflessioni a chi non aveva avuto la fortuna di stare lì con lui, in quel pomeriggio di lunedì del Salone a conoscere la formula di Pistoletto.

0 Flares Twitter 0 Facebook 0 Google+ 0 Pin It Share 0 Filament.io 0 Flares ×
Share