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Avevo scritto un post su Facebook, poi mi son detta. Adesso scrivo ad Annarosa Macrì, giornalista e scrittrice (per quei 2 o 3 che ancora non la conoscessero), alla sua rubrica di corrispondenza che tiene sul Quotidiano del Sud e che leggo quasi ogni mattina. Così fu. Ed ecco qua: scritto e risposta.

I MIEI 2400 CHILOMETRI DI SPERANZA PER TORNARE IN CALABRIA DA TORINO E VOTARE PER UNA EUROPA PIÙ UMANA. E ADESSO, DA LONTANO, MI GODO LA FESTA DI RIACE…
(dal Quotidiano del Sud del 15 giugno 2024)

Carissima, sono tornata.

Sono partita da Torino, dove faccio l’insegnante (sono anche componente dell’Équipe formativa piemontese del PNRR), per andare a Locri a votare. 2400 chilometri andata e ritorno, certo coperti da Ryanair, non da Fiat, ma pur sempre 2400 chilometri.

A Locri si votava solo per le europee.

A Torino si votava anche per le regionali.

Poi si votava per le amministrative anche in diversi comuni locridei.

Sa qual era il mio motto?

Evviva i comuni-comunità!

Evviva le regioni eclettiche!

Evviva l’Europa unita!

Evviva l’Europa Umana!

Bene, ora sono in grado di dirle che non ho perso il viaggio!

Ho voluto scegliere, ho voluto esercitare il potere di scelta, l’esercizio di libertà.

E così ho fatto.

Adesso (sono già tornata a Torino) mi ritrovo finalmente con un voto andato a buon fine, non mi accadeva più da tantissimi anni.

E mi ritrovo con tante bellissime conferme comunali!

Congratulazioni ai miei candidati “preferiti”, e a uno in particolare, Mimmo Lucano.

Mi spiace non poter partecipare alla festa di Riace, lo farò a distanza. Devo dire che qui a Torino c’è una bella e grande comunità che sostiene Mimmo Lucano e sicuramente farà festa per lui. Fare una festa per Mimmo significa farla per tutti, per noi che crediamo in un mondo più giusto e per quelli che ancora non sanno da che parte stare.

Grazie

Maria Rosa Rechichi – Locri/Torino

Ecco qua. Ci sono quelli che restano (e si lamentano), ci sono quelli che partono (e si lamentano di più), e ci sono quelli che come lei, Maria Rosa, hanno capito tutto. Che invece di abitare in un monolocale con vista sul mare dei Greci (che non è poco, eh!), vivono in una casa più grande, con vista, dall’altra parte, sulla Mole Antonelliana, e, basta aprire un’altra finestra, ed ecco qua, si vede l’Europa…

E si parte, e si arriva, e si resta e si torna, e si ha nostalgia per Locri quando si è a Torino, e un bel giorno – che mi succede?! – nostalgia per Torino quando si è Locri… e si partecipa, e si legge e si scrive, e si fanno cose. Per esempio politica della scuola, se uno lavora nella scuola come lei, Maria Rosa. Che è tornata nella sua Locride (da dove è partita e non è mai partita) per votare.

Per votare?! Ma come, a che serve, per chi? Su’ tutti i stessi, chi te la fa fare? la democrazia è avanzata, anche senza il tuo voto (cit), lascia perdere; il viaggio è lungo, stattene a casa, tanto non cambia niente; Destra, Sinistra, quelli pensano solo alla poltrona, non te ne sei accorta?

Lei, invece, cara Maria Rosa, aveva un voto “sospeso” (sì, come il caffè…): ma “sospeso” in maniera particolare: da “dare” per ricevere qualcosa in cambio. No, non favori, raccomandazioni, prebende, Calabresi-del-fondo-del-mio-stivale, che avete capito? A votare “giusto” si ricevono in cambio speranza, fiducia, giustizia, senso di umanità e di comunità.

Da una regione “eclettica” per definizione (il copyright è suo, cara, le chiederò i diritti) per una Europa “umana”. Duemilaquattrocento chilometri per votare Mimmo Lucano. Evviva!

Tremate tremate, signori del Governo. C’è un piccolo uomo, “uno zero” (Salvini dixit) che è tornato. Ma lo zero, accanto a Maria Rosa vale già dieci, e accanto alle migliaia di persone che oggi saranno a Riace, quanto vale? Molto di più dei 23mila voti che ha preso in Calabria e dei 76mila che ha preso al Sud…

Dicono che, se fosse stato costretto a scegliere tra la sgarrupata poltrona di primo cittadino di Riace e quella dorata di parlamentare europeo, Mimmo Lucano avrebbe scelto la prima… no no, se le tenga tutt’e due, per piacere, onorevole sindaco.

Pensi alle mille Cutro che ci sono in Europa, alle mille e mille vite di poveracci lasciate affondare… “poveracci, seee…”, direbbe (ha detto) la Meloni, che non si degnò neanche di stringere la mano ai parenti di quei “poveracci-seee…”, meditando di dirottarli quelli che sarebbero arrivati dopo, in Albania, costi quel che costi (un botto!), pur di non doverli manco guardare in faccia.

“La mia Europa si chiama Riace”, lei ha detto, onorevole sindaco Lucano, sì, porti Riace in Europa, passando per Roma per piacere, perché è bello ed è giusto, e perché così Maria Rosa avrà la conferma di non aver “perso il viaggio” Torino-Locri andata e ritorno; 2400 chilometri – uno per ogni giorno dei suoi anni di forzato esilio – 2400 chilometri di speranza, di umanità, di un altro mondo possibile.

Annarosa Macrì

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