La Calabria è quella cosa che resta sorda alla parola di quel Cristo, tanto invocato in riti e processioni, che si manifesta in modi diversi dal solito “mea culpa, mea culpa, mea culpa”; resta cieca davanti ad un Cristo che miracolosamente cammina sulle benedette acque salate joniche nella supercanicola iulia, seppur a bordo di un misero materassino, non lo vede, non ha occhi né lenti buone; resta immobile, aggrappata ad un dispaccio d’agenzia da cui sgorga …