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Da quando siamo venuti al mondo, abbiamo sempre saputo che la Pasqua è di resurrezione, che la vita vince sulla morte. Ce l’hanno raccontata così, ci abbiamo creduto e siamo andati avanti. Quest’anno, però, c’è qualcosa che non torna. Non abbiamo trovato più solo tre croci sul calvario, ma ne abbiamo trovate molte di più. Ce le ha innalzate la signora con la falce che ha deciso di darsi il nome Crisi. Stiamo vertiginosamente al ritmo di una croce al giorno. Troppe, davvero troppe! Si sa, non siamo tutti uguali, non abbiamo tutti lo stesso carattere e gli stessi strumenti di difesa per conservarci e preservarci: c’è chi è temprato e forte, resiste e riesce a trovare soluzioni ai problemi, c’è chi, invece, non ce la fa e viene sopraffatto dalla disperazione, fino al compimento del gesto estremo di autosoppressione. Il suicidio è l’azione di disprezzo più cattiva che ci possa essere, frutto dalla completa perdita di quell’amor proprio in senso lato, per dirla con Rousseau, che la natura ci ha dato e che dovremmo difendere. Dovrebbe essere alimentato con le conferme e con gli incoraggiamenti che l’esterno ci rimanda, per il tramite delle relazioni interpersonali. Quelle che intessiamo con altre persone, a noi prossime per sangue, per amicizia, per condivisione di percorsi sociali scelti oppure “subiti”, quali il rapporto con le burocrazie. Proviamo, per un attimo, a stare nei panni di chi, per esempio, malato oncologico, ha chiesto il riconoscimento di un diritto, una pensione di invalidità: per legge, dovrebbe essere chiamato a visita entro 15 giorni dalla domanda (a differenza dei 30 per tutti gli altri casi), invece passano le settimane e ancora attende che l’INPS lo chiami, e speriamo che arrivi prima l’INPS…  Oppure nei panni di chi ha investito tutto nella realizzazione di un’impresa,  con impiegati che sono diventati familiari e che, improvvisamente, non è più in grado di garantire loro la retribuzione per il lavoro svolto… E dei lavoratori che, dall’oggi al domani, si trovano senza quel lavoro. Eccole qui, le troppe croci sul calvario. Chi ha il compito di rimuoverle?

(pubblicata su La Riviera del 08.04.2012)

 

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