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riccardoiii“C’è un assassino qui? No!  Si,  Ci sono io! E allora scappa! … Come? Da me stesso! Giusto! E perché? Devi fare la vendetta! E di chi? Di me stesso su me stesso! …O … No! Io amo me stesso! E perché? Per qualcosa buona che io stesso ho fatto a me stesso! O no, no! Piuttosto io odio me stesso! Per azioni odiose commesse da me stesso…sono uno scellerato! Ma… No, no, non è vero! Sciocco, parla bene di te stesso…Sciocco! Non ti lusingare! La mia coscienza ha mille lingue distinte… e ogni lingua si porta una storia distinta e ogni storia mi condanna come uno scellerato! … Spergiuro, spergiuro al più alto grado assassino crudele assassino!…Alla sbarra e tutti gridano …colpevole  colpevole! …Dovrò disperare!.. Non c’è creatura che mi ami! Se muoio non un’anima mi compatirà … E perché dovrebbero se io stesso non trovo pietà in me stesso?”.

Lo si potrà ricordare anche solo per questo sdoppiamento, scena che prelude alla sua fine dopo tutte le fini che ha ordito, ma il Riccardo III di Massimo Ranieri resterà tra i migliori eventi dell’estate calabrese. La scenografia di Lorenzo Cutuli costituita da un grande cilindro rotante che si trasforma in  sala reale, castello, torre, tomba, strada: tutto nero; il cilindrone dove giocano le luci di Maurizio Fabretti, gli oggetti di scena ed i costumi di Nanà Cecchi. E i diciotto attori con i loro personaggi, vivi, quasi veri. Interpreti straordinari, tutti. E lui, il Massimo Ranieri che conosciamo, l’istrione per eccellenza. Impeccabile nell’interpretazione e nella regìa di questo Riccardo III che aveva in mente di interpretare da vent’anni. Ci pensava da quando un suo amico palermitano, ex professore di filosofia, oggi novantenne, gli disse: “saresti un grande Riccardo III”. Aveva ragione da vendere il Professore!
E poi le musiche affidate ad Ennio Morricone che, per la verità, ha tirato fuori soltanto dei sinistri suoni di tamburi (probabilmente come richiamo alle tragedie greche) ed un brano composto da tre note. Ma, arrangiate a suo modo, che sembra di ascoltare un’opera sinfonica.
Due o tre congiuntivi mancanti nella recitazione, sicuramente non dovuti alla traduzione e adattamento di Masolino D’Amico, quanto ad una intensa discorsività del testo.
Infine, l’esclamazione “Cribbio!”. messa in bocca a Riccardo. che non è esattamente di inglese memoria, quanto piuttosto di uso contemporaneo in talune realtà geografiche-politiche.

Stasera, finalmente, dobbiamo un “Grazie” al direttore artistico del Magna Graecia Teatro Festival, Giorgio Albertazzi, per averci portato in Calabria questo spettacolo; e per averci fatto vedere, finalmente nell’ultima sera a Locri, il TEATRO!

Riccardo-III-Massimo-Ranieri-e-Federica-Vincenti2(nella foto: Massimo Ranieri e Federica Vincenti)

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