Siamo quello che mangiamo.
Sempre lui, sempre Ludwig Feuerbach. E ogni giorno siamo qualcosa. Giorni fa eravamo carciofi, poi il giorno dopo pasta e vongole, magari. Oggi, che ne so, mozzarella e insalata.
Anche io, ieri ero asparago, oggi sono fragola, qualche giorno fa sono stata una bella Gricia scarciofata.
I tempi di crisi ci hanno fatto, però, cambiare il menu. Non sempre risulta un menu a scelta libera, diventa un menu a scelta obbligata. Così, quando andiamo al supermercato a fare la spesa siamo propensi ad acquistare non ciò che vorremmo ma ciò che è proposto in offerta.
Allora ecco che la scorsa settimana siamo stati Bastoncini ma avevamo voglia di Croccole, passata vellutata ma desideravamo la rustica, prosciutto crudo nostrano ma ci serviva il San Daniele, yogurt magro 0,1% ma pregustavamo un cremoso intero, Piselli novelli ma avevamo in mente un minestrone, mozzarelle di quella Santa mentre pensavamo a quella della Valle, cotolette e nodini di vitello pur avendo promesso di preparare tagliata al pepe verde.
E domani, per la prossima settimana, cosa sceglieremo? Andremo a comprare Parmigiano Reggiano 24 mesi ma sceglieremo un Grana Padano 16 mesi, mireremo al latte scremato ma porteremo a casa un parzialmente che costa meno, punteremo al minestrone 14 verdure ma poi le mani andranno su uno leggerezza, immagineremo filetti di tonno in olio d’oliva e prenderemo quelli al naturale, e così via…
E il supermercato, forse, non è sempre lo stesso, lo cambiamo inseguendo le offerte.
Non siamo noi a decidere cosa mangiare e dove acquistare. E’ signor Supermercato che decide per noi.
E allora, siamo certi di essere quello che mangiamo? Cosa, davvero, mangiamo? Se siamo quello che mangiamo, mangiamo offerte. Questo mangiamo.
E dunque,cosa siamo? Questo siamo, siamo offerte.
©lenotedimararechichi riproduzione vietata senza citarne la fonte
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