0 Flares Filament.io 0 Flares ×

foto (31)In principio erano le arance, quelle da comprare, chè qui a Torino non c’è nessuno che te le regala come a casa, dove amici e parenti hanno terreni con “alberi di Natale” su cui crescono in abbondanza quelle palline arancioni. Qui le arance si comprano. Ed io quest’anno ho avuto la mia prima volta: per la prima volta in vita mia ho comprato le arance. Un avvenimento così importante che mi ha fatto registrare la solidarietà di molti miei conterranei per quanto accaduto. Li avevo già ringraziati, ma mi piace ribadire: grazie, grazie a tutti, siete stati tutti molto carini!

A voler contare quante volte, in questi ultimi dieci mesi sotto la #guapaMole, ho comprato le arance non ci riuscirei. Però, volendo farlo, basta mettersi un attimo carta e penna, agenda alla mano insieme ai soggetti della foto quassù in alto ed il calcolo è presto fatto. Ci provo.

Ho cominciato a comprare arance da subito, da settembre, ancora prima che fossero mature, si.

Ho cominciato a comprarle a Bra, quando sono andata a Cheese, la rassegna internazionale sul latte ed i suoi derivati. Fu in quell’occasione che vidi una mostra di  Klimt ed una sulle canzoni di Guccini dipinte da Mirko Ambrogini.

Poi le ho comprate di nuovo alla Notte dei Ricercatori.

Ne ho poi preso un chilo, non di più a Portici di carta, una fiera del libro sotto i portici.

E le ho comprate per ogni cosa che ho fatto e che di seguito vi elencherò. Dunque, contate che ho comprato arance per ogni cosa che da qui in avanti leggerete.

Alla Maratona F.A.I. a visitare palazzi e luoghi storici.

Alla rassegna CioccolaTò, tra gianduiotti e cremini, nutella e panna della Centrale del latte.

Sotto ogni installazione di Luci d’Artista.

Son tornata quattro volte alla Galleria d’Arte Moderna G.A.M. a vedere la mostra di Renoir, tra laboratori scolastici e visite personali. Che arance succose si trovano lì!

Al carcere Le Nuove per la mostra The Others.

Al MOI di Borgo Filadelfia per Paratissima.

Tra una passerella ed una proiezione del Torino Film Festival.

In un pomeriggio da FNAC con Piero Pelù.

Al Teatro Regio per far godere il mio spirito musicale, ad assistere a Madame Butterfly e Turandot.

Con una puntatina a Milano per non perdere la mostra su Andy Warhol.

E poi di nuovo alla GAM per l’Orange Car Crash, ancora Warhol.

In quel tale pomeriggio davanti al Bicerin del Bicerin e dentro le mura della Consolata tra quadri votivi e paramenti sacri.

Tra uno scatto ed una posa di Eve Arnold, tra le mura di palazzo Madama.

In ogni passeggiata al Valentino, sulle coste del Po.

Dentro palazzo Chiablese ad ammirare Doppio Sogno, da Warhol a Hirst, da De Chirico a Boetti.

Anche mentre andavo di fitwalking con Just the woman I am.

Ogni volta che ho mangiato da M**Bun, da Eataly, al cinese, al giapponese, da Cianci.

Quando ho degustato i thè giapponesi al MAO, nel percorso della cerimonia del thè.

Tra gli scaffali della Feltrinelli, ogni volta che si presentavano libri.

Al Folk Club a sentire il nuovo Peppe Voltarelli.

Tra un cappello ed una veletta di Chapeau Madame, a palazzo Madama.

Correndo in treno sulla riviera ligure per andare a Sanremo, seppur per visitare una persona molto cara. E tra le composizioni floreali del Palafiore, o tra le barche del porto al mattino con mia cugina.

Genova, quante ce n’erano in Via del Campo, 29, dietro la chitarra di Fabrizio De Andrè e gli spartiti di Luigi Tenco!

Una scorta grandissima durante il Torino Jazz Festival, una settimana piena piena!

E di nuovo a Palazzo Madama, stavolta con la signora della fotografia che risponde al nome di Tina Modotti.

Quintali, a perdere proprio, tra gli stand del Salone del Libro. Spremere, spremere, spremute, spremute.

Ogni tanto, appresso ad un corteo storico, giusto per non dimenticarsi della storia che ci ha fatti.

Tra le sale di palazzo Chiablese a far beati gli occhi e gli altri sensi tra i quadri dei Preraffaelliti, l’utopia della bellezza.

Anche in Valdocco a festeggiare Don Bosco e la sua Maria Ausiliatrice.

E di nuovo al Regio, per i 50 anni del SERMIG Arsenale della Pace.

Poi ancora a Milano, per la corsa WeOwnTheNight, spremuta doppia, per me e mia sorella runner.

Sui ponti tibetani e dentro i labirinti vietnamiti del Salgari Campus con gli alunni di terza.

Per onorare la Repubblica all’Auditorium RAI Arturo Toscanini, con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI diretta per l’occasione dal maestro Michele Mariotti.

Per le vie e tra le mura romane di Aosta e su Pont St Martin con gli alunni di quinta.

Nelle sale della Reggia di Venaria e poi tra i peri ed i meli del parco della Reggia per Ortinfestival.

Ne ho anche presa qualcuna dal partigiano in classe, un pezzo di storia vibrante nella voce, nel cuore e nel corpo di Cesare Alvazzi Del Frate.

Negli incontri d’Arte e Letteratura con la libreria La Torre di Abele ed il suo libraio magico.

Tra laboratori, studi e cibi di strada, per le vie di LOV Vanchiglia Lab, sabato notte appena passato.

Sotto il palco del GruVillage Festival con le orecchie ed il cuore a Samuele Bersani, cantando Freak, Giudizi Universali,  Chiamami Napoleone,  dentro al Replay fino ad En e Xanax.

E tutte le  volte al cinema.

Non le ho comprate in solitudine le arance. Anzi. Hanno comprato le arance insieme a me: Gabriella, Rosilde, Mary, Antonella, Valentina, Annamaria, Maria Teresa, Francesca, Tety, Miryam, Rita, Rosaria, Espi, Vittorio, Angelica, Alessandro, Rosella, Maria Grazia, Dina, Simona, Maria, Cristina, Cinzia, zia Grazia, Franca, Sara, Marco, Massimo, Nadia, Francesco, Cesare, e tutti gli altri che in questo momento mi sfuggono…

“Arance, arance tarocche di Sicilia, comprate le arance! Stamattina le abbiamo in offerta! Arance da mangiare, arance da bere! Comprate le arance!”. Le comprereste voi?

Voglio comprare arance per tutta la vita!

 

0 Flares Twitter 0 Facebook 0 Google+ 0 Pin It Share 0 Filament.io 0 Flares ×
Share