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Pubblicato su Corriere Locride a questo link.

 

Oh caro 25Novembre che ti celebriamo ogni anno,

ritorni anche quest’anno, tra pochi giorni. E già leggiamo insistenti statistiche e numeri. Quelli che ci rammentano il perché della tua esistenza. Ricordare a tutti che il fenomeno della violenza sulle donne è un problema che esiste e che va contrastato. Che, nonostante il tanto parlare e celebrare, e il cercare strategie, il fenomeno non accenna a diminuire. Anzi, contiamo sempre più morte.

Oh caro 25Novembre che ti celebriamo ogni anno,

e dire che la stragrande maggioranza delle persone si dice consapevole che esistono uomini violenti che ben si mascherano. Dietro la faccia da persona gentile, dietro la faccia da persona perbene, dietro la faccia da persona irreprensibile. Appunto, dietro. E’ lì che sta la verità, dietro. Nascosta con maestrìa. Facce sconosciute che aspirano a conoscenza; e facce familiari che non penseresti mai.

Oh caro 25Novembre che ti celebriamo ogni anno,

che poi non è solo la violenza fisica. C’è l’altra violenza, quella psicologica che fa danni inimmaginabili solo con parole e atteggiamenti. Che inibisce, che blocca, che inchioda. O come quella del trattamento dis-paritario di genere di cui in Italia siamo bravi rappresentanti in tutti i settori, soprattutto quelli lavorativo ed economico. Perché noi, il tetto di cristallo, ancora lo guardiamo da quaggiù. La violenza e queste differenze vanno molto d’accordo, tanto che arriviamo a confonderti con l’8 marzo. Ma, devo dirti, meno male che qualche uomo se ne accorge che le cose non vanno!

Oh caro 25Novembre che ti celebriamo ogni anno,

se n’è accorto anche quel padre di una mia alunna di seconda classe, di soli 7 anni,  che mi ha detto: “A me non interessa che mia figlia abbia tutti 10, può avere anche tutti 6. A me interessa che mia figlia si appassioni allo studio. Perchè solo appassionandosi riuscirà ad esser curiosa e a studiare, e riuscirà ad emergere e a realizzarsi. Non nascondiamoci dietro un dito: per lei la vita sarà difficile, prima di tutto perché è donna e la nostra società non è ancora una società matura sulla parità di genere, sul rispetto dell’altro sesso.

 Oh caro 25Novembre che ti celebriamo ogni anno,

lo so che è un problema degli uomini. Ma, ti dirò, a volte sembra anche un problema delle donne. Come quando alle elezioni le donne non votano le donne (liberissime di farlo). O come in questi giorni, in cui in tante stanno criticando negativamente le dichiarazioni dell’eurodeputata Moretti. E che avrà mai detto di male? Che le donne vanno dall’estetista e dal parrucchiere? E dove sta lo scandalo? Curare il proprio corpo è uno scandalo? O forse è questione di crisi? E che sarà mai farsi in casa una ceretta o un ritocco al colore? Si possono anche organizzare dei ceretta party con le amiche, con tanto di thè delle cinque. E’ per caso vietato?

Oh caro 25Novembre che ti celebriamo ogni anno,

il problema sociale fondamentale è, ancora non risolto, bloccare la ri-correnza di determinate azioni, di specifici comportamenti, di precisi atteggiamenti. Si dice tanto, poco si fa. Serve di più. Serve che tu non vada via, che ritorni anche domani e poi domani e domani ancora.

Perché vedi, oh caro 25Novembre che ti celebriamo ogni anno, non è tanto questione di ricorrenza quanto questione di ri-correnza.

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