Nelle prime due settimane di #iorestoacasa ho perpetrato un gesto automatico di fronte alle newsletter che mi arrivano per mail da diverse aziende di moda abbigliamento, moda casa, moda make up, moda accessori, coupon parrucchiere ed estetista: man mano che arrivavano, le cancellavo tutte, senza neanche aprirle, presa da una percezione di inutilità. A cosa mi servono vestiti a fiori primaverili, scarpe leggere per la nuova stagione, fard e ombretti per un po’ di colore in più, piatti e bicchieri new-jungle (che neanche mi piacciono), sconto taglio e piega (tanto è chiuso), maschera viso omaggio (ho già a mascherina), se devo stare in casa? Quest’ultima settimana, invece, non le ho cancellate, le ho lasciate lì, come mail non lette, non le ho aperte. Lascio in vista solo quel mittente in grassetto che ti ricorda che è ancora “da leggere”.
Ne ho parlato al telefono con la mia amica Giorgia, ci sentiamo spesso e soprattutto in questi giorni. Al contrario di me, lei dice che le apre tutte, le legge fino in fondo con attenzione che prima non dedicava, e così scova delle cose bellissime e anche convenienti; in questa settimana il corriere ha bussato a casa sua tre volte. Io continuo a dirle: “Sì, ma a cosa ti servono? Ad accumularle nell’armadio insieme a tutte le robe che hai già, con la differenza che queste resteranno con il cartellino attaccato? Non si va a lavorare, non si esce per una passeggiata, non c’è un concerto, non c’è un teatro, musei chiusi, cinema serrati; a che servono i vestiti?”. Lei sorride e mi dice, con tono psico-filosofico: “Eh no, mia cara, rifletti con me: le cose che ci piacciono e ci fanno stare bene e alimentano i nostri desideri e i nostri sogni, devono trovare posto accanto a noi. In questo periodo così buio per tutti, il segreto per superarlo al meglio, scongiurando cadute di umore, è quello di cercare di fare, quanto più possiamo, le cose che facevamo prima, ma in modo diverso. Non trovi? Credo sia doveroso verso noi stessi cercare di mantenere lo stesso spirito, come se, così come è arrivata questa furia, all’improvviso, allo stesso modo, proprio quando meno te l’aspetti, se ne andrà via da noi. E noi, vogliamo farci trovare impreparati?”. Dal canto mio, le rispondo: “Ma con tutto quello che leggiamo, vediamo e sentiamo, credi sia facile pensare a stare pronti coi vestiti nuovi? A me, questa storia del “Andrà tutto bene” mi infastidisce pure. Non vedi i tg? Hai visto oggi le cataste di urne cinerarie in Cina, e il fumo ininterrotto dei forni crematori? Sembra un nuovo olocausto, dipinto diversamente, ma con lo stesso fumo che “saliva lento”. Quando andrà tutto bene? Che stiamo qui, tappati ognuno nel proprio carcere, e non sappiamo per quanto ancora!”.
“Ehi, ehi, ehi! Ma cosa dici? Allora dobbiamo fermarci completamente? Allora secondo te la paura e l’incertezza bastano da sole a farci morire? Noi siamo vivi, anche se intorno abbiamo la morte, siamo vivi! E, come noi, lo sono tanti nostri cari, tanti amici, tanti conoscenti, tanti altri come noi! La vita c’è e dobbiamo tenerla viva. Quante cose desideriamo fare dopo, quando tutto sarà passato? Perchè, ricordatelo, tutto sarà passato: è legge di natura. Non vuoi tornare a viaggiare, per esempio? Non vuoi tornare a lavorare? E non vuoi avere delle cose nuove per celebrare la vita nuova?”
“Certo che si! Anche chi non ha un lavoro vero, uno di quelli con le regole in regola, vuole tornarci. Tornare a viaggiare? Eccome! Ho una lista di luoghi da visitare. Ho una lista di cibi da cucinare. Ho una lista di progetti da realizzare.. Sta per arrivare Pasqua e immaginavo tutti insieme con le uova decorate, gli abbracci, la Veglia, gli Auguri…”
” E allora? Non vogliamo neanche far girare un pochino l’economia che è in forte sofferenza?”
“Allora niente, allora adesso apro quelle mail e guardo, e osservo e se c’è qualcosa che mi piace, una però, la metto nel carrello. Servirà per dopo, servirà per quando, come spero, torneremo a dirci “Vestiti, usciamo!”..
©lenotedimararechichi riproduzione vietata senza citarne la fonte
Follow me: