Addì, 8 marzo 2021. Aeroporto di Lamezia Terme. Devo rientrare a Torino dopo tre giorni trascorsi in famiglia, presso la mia residenza.
Primo pit stop: ingresso. Presa visione della carta d’imbarco, misurazione della temperatura e controllo mascherina. Tutto a posto, posso procedere. La voce dell’operatore: “Prego, Signora, Auguri!”
“Grazie, altrettanto!”
Secondo pit stop: posto di polizia. Compilo l’autocertificazione con tutti i dati richiesti, compresi luogo di residenza, di domicilio, motivo dello spostamento con indicazione del preciso posto di lavoro, faccio un po’ di fila (il poliziotto in servizio è uno, al momento). Arriva il mio turno e il poliziotto, dietro la mascherina, legge la mia autocertificazione, mi guarda negli occhi e mi dice: “Ah, Signora, è lei! Ci vediamo spesso. Vada, vada pure”.
“Eh, si ma adesso, se vuole Dio, ci vediamo a Pasqua.”
“Ma sì, Signora, lei si può spostare, è autorizzata”
“Eh, sì ma se ci chiudono completamente come lo scorso anno, diventa difficile.”
“Ma no, dai, speriamo di no. Buona giornata e Auguri!”
“Grazie, altrettanto!”
Terzo pit stop: scansione carta d’imbarco prima dei controlli di sicurezza.
Porgo la schermata dello smartphone al giovanotto controllore. Bip, luce verde. “Prego, Signora, buon viaggio e Auguri!”
“Grazie, altrettanto!”
Quarto pit stop: controlli di sicurezza. Poggio sul nastro valigia, zaino, pc, tablet, cappotto, occhiali, telefono, sciarpa. Tengo giusto gli abiti che servono a coprirmi e vado verso lo scanner. Lo attraverso, nessun bip. L’addetto ai controlli: “Prego, Signora, può ritirare le sue cose. Auguri!”
“Grazie, altret….”
Mi blocco e penso: – ma perché mi dicono tutti Auguri? È ancora presto per Pasqua. Sarà per la pandemia? Sarà il nuovo Andrà tutto bene? –
Poi, il lampo di genio : “Ah, ma mi dite tutti Auguri per la Festa della donna! Si fanno gli Auguri oggi? E di che? Abbiamo mica costruito asili nido, aumentato gli stipendi, consentito la conservazione del posto di lavoro durante la gravidanza, eliminato il femminicidio stanotte e non me ne sono accorta?”
“No, no Signora.”
“Grazie, altrettanto!”
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