Il paesaggio sonoro dei treni a lunga percorrenza è un intreccio di love, business, family affairs in modalità “What’s privacy?”
Stipati in un moderno open space, l’unico spazio senza confini e senza frontiere, nessuno interagisce ma tutti parlano. Probabilmente, ognuno costruisce attorno a se stesso un’invisibile cabina telefonica dove potersi chiudere a dialogare serenamente, a 70 db, di amore, affari, picci familiari e ciuciulìi vari. È l’open space, bellezza!
Signora parla al telefono con interlocutrice e dice male della cognata: “Dovrebbe cambiare testa, quella!”Businessman intento a dettare legge su come deve essere il sito dell’azienda specialmente nella parte di recupero crediti “Che quel nuovo acquisto che abbiamo fatto mi pare che non abbia avuto risultati nell’ultimo periodo”. Tizioaduegradiconneveincollina chiama il gommista “Domani mi cambi le gomme che mi son rotto le palle di queste invernali?” Dicertononmanca interloquisce al dispositivo meucciano “Perché questo… guerra… Cina… Stati Uniti… non molla… si sapeva… vedrai…”
Ti senti tratta in salvo dai tuoi auricolari che provano a ricreare il paesaggio sonoro che vorresti. Ma non c’è Alan Parson che tenga in confronto al dirimpettaio che spara a tutto volume nelle sue cuffie chiuse un Cremonini in loop su Marmellata #25 che rigira tante di quelle volte che vorresti chiamare Roberto Baggio e dirgli: “Ti prego, fagli un goal!”.
Per un attimo pensi ai vecchi scompartimenti a 6. Entravi da sola ed uscivi in gruppo, eri parte di quella piccola famiglia che si era creata durante il viaggio; rischiavi pure un “comparato”, qualcuno poteva chiederti di tenere a battesimo un figlioletto! Lo so, posso sembrare nostalgica/anziana; boomer, ecco, adesso si dice così ma non mi offendo. E pazienza, che tanto io mi lagno ma neanche Italo se la passa tanto bene: è diventato afono per quante volte ha ripetuto “Vi preghiamo di abbassare il volume della suoneria ed il tono di voce nel rispetto degli altri viaggiatori…”.
Magari provo a cambiare musica. “Hai visto la mail? Un abbraccio. Ciao ciao!” 
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