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Articolo pubblicato sulla rivista Scenari Sociali
(Periodico dell’Ordine Professionale degli Assistenti Sociali della Calabria),
Anno II N°2 Dicembre 2010

La Musica comprende l’insieme delle arti alle quali presiedono le Muse.
Essa racchiude tutto quello che è necessario all’educazione dello spirito.
Tra i pensieri dedicati alla musica, questo di Platone è quello che meglio aiuta a tentare una risposta all’interrogativo che mi sono posta, ripensando ad una canzone di Max Gazzè, “Una musica, nel sociale, può fare”?.
Platone ci consente di comprendere nella Musica le altre arti coreutiche, cioè la danza e il teatro (la parola musica era usata come aggettivo, da Muse), dandocene immediata motivazione.
Credo di poter trovare qualche risposta e il 21 agosto 2010, poco prima della serata finale del XXX Roccella Jazz Festival incontro Paolo Damiani, Direttore Artistico del Festival dal 1982.
Romano, contrabbassista, violoncellista e direttore d’orchestra, Paolo Damiani è un vero e proprio “pilastro” nel mondo del jazz; oltre a vantare collaborazioni internazionali e ad aver diretto l’Orchestra Nazionale del Jazz francese, ha ottenuto numerosi riconoscimenti anche dalle istituzioni italiane. E’ insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana e oggi è direttore del dipartimento jazz del Conservatorio Santa Cecilia e coordinatore del Nucleo Tecnico-Operativo del Comitato Nazionale per l’Apprendimento della Musica, creato dal MIUR.
Chi meglio di lui, qui e ora, potrebbe rispondere alla mia domanda?
Naturalmente l’incipit del nostro colloquio è il jazz, a partire dal Festival in cui ci troviamo: tanti grandi nomi internazionali ma anche tanti giovani talenti, sapientemente individuati dal Direttore tra gli studenti dei vari Conservatori.
Già, i giovani! Il Direttore ha molta esperienza al fianco dei giovani. Gli chiedo allora di raccontarmi cosa fa la musica per i giovani. E questa musica in particolare.
E Damiani mi racconta. Ed io racconto a voi.
Duke Ellington diceva che il jazz è sempre stato simile al tipo d’uomo con cui non vorreste far uscire vostra figlia. A parlare di jazz si fa presto a fare il collegamento con la tossicodipendenza, tra le cui maglie alcuni musicisti sono rimasti intrappolati. Un esempio su tutti: quello di Massimo Urbani, giovane sassofonista, cresciuto nel mito di Charlie Parker e che, come lui, ha terminato la sua breve vita, a soli 36 anni, in preda all’alcool e agli stupefacenti. “Ma quello che noi oggi vogliamo promuovere è invece, l’attività coreutica, come stimolo in ogni singolo individuo, sin da bambino, alla socializzazione”. E’ questo l’obiettivo degli Enti nei quali Paolo Damiani dà il proprio contributo.
Il jazz è una musica di ibridazione, nata negli USA dai neri africani deportati, e l’impianto, però, è quello dell’armonia classica, l’opera lirica, gli strumenti della banda; è un coacervo di linguaggi che sono approdati ad una sintesi straordinaria e originale. Questo linguaggio che era afro-americano agli inizi (anni ’20-’30), poi è divenuto internazionale, universale: è diventato un simbolo di integrazione tra culture.
Tutta la musica lo è. La musica ha capacità comunicative e di sviluppo cognitivo e comportamentale che ormai sono abbondantemente scientificamente provate.
Il Comitato Nazionale per l’Apprendimento della Musica, all’interno del quale Damiani è coordinatore del Nucleo tecnico-operativo, ha dotato il MIUR del piano pluriennale “Fare Musica Tutti”. Partendo dall’assunto che la prima orchestra che sentiamo suonare è nel grembo materno e che tutti abbiamo capacità di riconoscere i suoni ed i ritmi già a pochi mesi di vita, nel Piano si giunge alla conclusione che tutti possediamo capacità artistiche, soprattutto musicali. E’ la musicalità la qualità che abita dentro ogni bambino e ogni bambina. L’esperienza musicale deve, quindi, diventare un patrimonio culturale e umano condiviso da tutti, perchè promuove l’integrazione di diverse componenti, quella logica, quella percettivo-motoria e quella affettivo-sociale. Da qui la necessità di avviare sin da piccoli alla pratica musicale, sin dall’inizio del percorso scolastico, perchè si impari a “far di conto e a far di canto”.
Sono già numerosi gli esperimenti di orchestre di strumenti, formate da bambini, costituite da associazioni culturali fuori dalle scuole, che in diverse parti d’Italia stanno crescendo riportando importanti successi artistici e generando, al contempo, il valore aggiunto del “sano punto di ritrovo” per molti giovani. Importanti esperienze sono anche quelle delle orchestre di voci. Qui addirittura si rilevano percorsi di uguaglianza tra tutti i partecipanti: nei cori possono cantare anche i bambini stonati; non occorre acquistare alcuno strumento, la voce la possiedono tutti, non si compra; tutti possono articolare le proprie corde vocali. Antonio Damasio, neurologo portoghese che ha compiuto importanti studi sulle basi neuronali della cognizione e del comportamento, afferma che le emozioni assistono l’organismo nella conservazione della vita. Ecco, la pratica musicale, soprattutto la musica d’insieme, accresce l’autostima, aiuta le emozioni. E le emozioni sono di chi pratica la musica e di chi ne fruisce, di chi l’ascolta. I benefici non vanno ridotti al carattere puramente medico, ma vanno estesi ad un carattere sociale più ampio. In Musica la creazione, la composizione musicale, l’improvvisazione, sono strumenti straordinari per poter fare musica insieme.
La musica è un linguaggio meraviglioso, fondamentale, fatto di suoni, non di parole, in cui spesso significante e significato coincidono, così da regalare possibilità che sono precluse a qualunque altro linguaggio. Sprigiona capacità comunicative che l’individuo non sa di possedere, divenendo un ponte comunicativo tra persone e tra popoli. L’improvvisazione e la capacità di ascoltarsi, di fare silenzio, di lasciar spazio all’altro ha molto a che fare con l’amore come terreno della visione della vita personale e della vita sociale. Imparare a suonare, che sia uno strumento musicale o che sia la propria voce, fa sentire parte dell’ensemble: la propria orchestra, e il mondo intero.
Conclusa la piacevole ed esauriente chiacchierata con Paolo Damiani, terminato il check sound, tutto è pronto per il primo concerto della serata finale. Il “Quartetto Trionfale”. Quattro giovani ultrasessantenni, quattro “mostri” della scena internazionale del jazz, stanno per emozionarsi ancora una volta ed emozionare il numerosissimo pubblico.
Chissà cosa mai avranno ascoltato nel grembo materno!
La musica può fare!

NELLA PRATICA BUONA

Affinchè non rimangano soltanto le parole teoriche, ho fatto una veloce, breve indagine su quali siano i programmi, i piani, i progetti che legano le arti coreutiche alle politiche ed ai servizi sociali. Ho trovato esperienze che vanno dalla pratica musicale alla recitazione teatrale, alla pratica delle danze. Di seguito vi riporto le esperienze più significative.
La prima, la più emblematica di tutti è in ambito internazionale, in Venezuela, dove un programma di educazione musicale ideato dal M° Josè Antonio Abreu, portato avanti dal governo da 30 anni, grazie anche all’intervento dell’Unicef e Unesco, è riuscito ad avviare “El Sistema Nacional de las Orquestas Juveniles e Infantiles de Venezuela ”, a cui partecipano 15.000 insegnanti e 300 orchestre e cori giovanili. I ragazzi e i bambini coinvolti sono oltre 240.000, di cui il 90% di estrazione poverissima, raccolti dalla strada, tra droga e delinquenza, che hanno trovato nella musica un’opportunità di crescita e di educazione. El Sistema sta avendo un grandissimo successo, e moltissimi Stati si adoperano per fornire aiuti e sussidi didattici. Anche il nostro M° Claudio Abbado ne è promotore e disseminatore. Per saperne di più: http://fesnojiv.gob.ve/es/inicio.html

Di orchestre giovanili abbiamo esempi anche in Calabria: la più famosa, nata dall’intuizione del dott. Giuseppe Scerra, è l’Orchestra Giovanile di fiati “Nicola Spadaro” di Delianuova, composta da 80 elementi e che è stata anche diretta dal M° Riccardo Muti. Sarebbe lungo elencare gli importanti e numerosi riconoscimenti attribuitigli e perciò si rimanda all’aggiornatissima pagina Facebook dell’Orchestra.

Per quanto attiene al Teatro, dal 27 marzo scorso, ogni anno si celebra in Italia la Giornata Nazionale del Teatro, istituita dal Governo, “volta a richiamare l’interesse del pubblico – in particolare i giovani – sull’importanza del teatro, quale elevata forma di espressione artistica di alto valore sociale, in grado di rafforzare la pace e l’amicizia tra i popoli, a promuoverne la funzione educativa e sociale, in quanto fattore fondamentale di aggregazione e socializzazione delle varie realtà culturali del nostro Paese”.

Esperienze significative, nel nostro ambito, sono quelle del Teatro Sociale e della Teatroterapia. Il primo vuole utilizzare il teatro come strumento di “esplorazione”, in alcuni casi di riabilitazione, in altri di terapia, in altri ancora di integrazione sociale (stranieri e non solo). Esiste a Roma una Scuola di Operatori di Teatro Sociale e a Milano ha sede la Federazione Italiana Teatroterapia.
Maggiori info su: www.teatrocivile.it e su www.teatroterapia.it

Parlando di terapia, non si può non fare riferimento anche alla Musicoterapia, pratica sempre più diffusa per il trattamento di molte disfunzioni fisiche, psichiche e psicologiche.
Anche i Musicoterapeuti hanno la loro Federazione i cui fondamenti e le cui attività sono visibili sul sito www.musicoterapia.it

Le danze, classica, moderna, sportiva, e tutte le altre specialità che vengono continuamente inventate e reinventate, sono una meraviglioso strumento di esercizio e sviluppo di psicomotricità. Il coordinamento tra musica, ritmo, pensiero e azione qui è così rapido che l’armonia dei movimenti è il frutto della precisione psicomotoria.
Anche in danza esiste l’esperienza della danzaterapia, la cui principale divulgatrice è la coreografa e danzaterapeuta argentina Maria Fux. Chi è e cosa fa lo potete scoprire sul suo sito www.mariafux.it

Infine, ma l’argomento non può certamente considerarsi esaurito, l’ultima menzione va ai “servizi sociali” che i musicisti di grandi compagini orchestrali, gruppi musicali, solisti, compagnie teatrali, associazioni di danza. offrono con le loro performance agli ospiti di ospedali, carceri, case di riposo, residenze assistite. Basta aprire un giornale e leggere.

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