21.12.2010 Tornare a casa è sempre una festa; farlo per Natale, poi, diventa una gioia grande. Si può anche non tornare per Pasqua, ma per Natale no! Tutti a casa! Perchè uno si ritrova immerso negli affetti familiari, parentali, amicali, circondato di accoglienti accoglienze. Quanti preparativi per l’accoglienza di un “qualcuno” che deve arrivare! Ognuno viene dipinto dentro personali cornici di decorazioni casalinghe (belle e brutte) e di addobbi paesani (belli e brutti); tutto diventa la trama di un abbraccio per qualcuno. E quel “qualcuno” è, prima di tutti, o Gesù Bambino o Babbo Natale, fate voi come credete. Poi, dopo, quel “qualcuno” sono quei tanti, troppi, che tornano a casa. Si, ma…quale casa? Se lo chiedono anche quelli che la casa non la lasciano mai. La mia casa è il mondo, diranno quelli propensi ai viaggi, che siano di solidarietà o di affari o di piacere. La mia casa è l’Europa, diranno quelli proiettati verso gli scambi accademici o di buone pratiche amministrative. La mia casa è l’Italia, diranno studenti e lavoratori fuori sede. La mia casa è la Calabria, diranno quelli che se la girano in lungo e in largo per studio o per lavoro o per cercar lavoro (e in questo caso il giro potrebbe durare all’infinito).
La mia casa è il mio paese, diranno quelli che da esso non sono mai stati delusi. La mia casa è casa mia, diranno tutti: la casa propria, quella in cui si è nati o cresciuti. Ma c’è qualcuno che dirà “la mia casa è la Locride”? Non lo so. Però lo spero. Spero che ognuno possa sentirsi a casa in ogni luogo della Locride, perchè non pensa che andare da Locri a Caulonia sia un lungo viaggio, perchè non crede che Bovalino sia lontano da Monasterace, o che i dolori di Africo non si percepiscano a Riace e che le gioie di Roccella non siano sentite a Ferruzzano. Spero anche che si possa decidere di andare a scuola a Siderno pur abitando ad Ardore; che si possa accettare di lavorare a Bianco pur abitando a Stignano; che si possa esser felici di andare a teatro a Gioiosa o a Locri pur abitando a Casignana, e viceversa; che si possa gioire nell’ascoltare un coro a Gerace pur risiedendo a Bivongi; che si riesca ad andare al cinema nella stessa settimana a Locri, a Roccella, a Siderno a vedere tre film diversi; che si possa partecipare ai reading nelle biblioteche comunali come nelle librerie; che si vada tutti ai concerti a Brancaleone come quelli a Stilo. Spero ancora che qualcuno dica “la mia casa è la Locride” perchè si potrà sentire parte di un progetto grande, importante, unitario, in cui saranno fatti confluire i pensieri e le azioni degli uomini e delle donne locridei di buona volontà, con lo scopo di mettere la Locride sotto uno stesso tetto, e sotto lo stesso tetto di chi si sente cittadino del mondo. Spero, infine, che sia Natale per tutto l’anno. Buon Natale a casa!
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