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E così è finita. La scuola, per ora.
Ecco le vacanze di Natale. Vacanze? Per molti, ma non per tutti. Vacanza dalle lezioni per i docenti di ruolo. Noi precari, dice il MIUR, su suggerimento del MEF, saremo in ferie, non in sospensione dell’attività didattica. Oggetto di spendinreviù noi supplenti-incaricati-annuali. C’est l’Italie!
Dai, che SaCaNà incombe. Da domani scuole chiuse, uffici quasi vuoti, fabbriche (quelle che reggono) quasi ferme; superlavoro per i trasporti, gomma, rotaia, aria che sia. Alcuni son già partiti, altri partiremo. Chi prima, chi dopo, tutti intenti a fare la valigia, le valigie. Ma cosa mettiamo dentro? Dice: vuota, la riempio per il ritorno. Dice: tutte le cose che sono riuscito a comprare da portare giù. Dice: solo qualche regalino per i nipotini. Dice: me stessa. Dice: ancora non lo so. Dice: i bilanci dell’anno che finisce e la speranza dell’anno che comincia. Dice: aria nuova. Dice: ci torno solo perchè ci sono i miei cari. Dice: scendo ma salgo subito dopo Natale. Dice: scendo ma torno dopo il 6. Dice: non vedo l’ora di godere del mio sole! Dice: non vedo l’ora di rivedere il mare. Dice: dopo che rivedo il sole e il mare posso ripartire.
Ah, quanti stati d’animo!
C’è chi porta in valigia la curiosità di vedere come ritrova i propri luoghi: migliorati, peggiorati, in situazione statica o dinamica?
Se il Sud è niente e niente succede, come dice Fabio Mollo, nei prossimi giorni qualcosa sarà e qualcosa accadrà.
Chissà cosa penserà Santina al rientro a Palmi, quando troverà abbassate per sempre le saracinesche della storica libreria Arlacchi! Lei che adesso passa un pomeriggio a settimana tra gli scaffali della Feltrinelli a ricercare le novità editoriali, tenendo d’occhio chi sale, chi scende, chi entra e chi esce dalle classifiche. Un pò come quando andava al Liceo, e da Arlacchi ci entrava per prendere i libri scolastici; e tra un volume di storia ed uno di filosofia, maneggiava e accarezzava qualche volumetto tutto calabro. Lei, che il giro al Libraccio non manca mai, certa di scovare qualche vecchio testo, un pò come quelli che si potevano trovare da Arlacchi. Oh Santina! Andiamo a Reggio, Santina, andiamo al Museo, che ce l’hanno restituito! Domani ce lo ridanno. Andiamo a ripassare un pò della nostra storia, quella dei millenni fa. Andiamo a vedere come eravamo belli, andiamoci a specchiare! Andiamo a vedere come siamo belli noi italiani! Andiamo a vedere cosa l’Italia è stata capace di fare nella Magna Graecia, a Reggio Calabria, là dove il Sud non è niente: un gioiello d’architettura, anche anticipando i tempi, anche se di poco. Oh Santina! Chiamiamo anche Maria, Giovanna, Franco, Teresa, Antonella, Giuseppe, Emanuela, Rosalba, Giovanni e tutti gli altri. Che dice la mia amica Maria Franco che quella del Museo è la più bella illuminazione di Natale. Andiamocela a godere!
E quando siamo là, cantiamogliela una canzone di Natale, cantamuncìlla!

E poi diciamolo anche ai Bronzi, dicimuncìllu: SaCaNà!

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