Oggi c’è stato silenzio nella Locride.
Un silenzio nero, luttuoso.
Doloroso.
Silenzio.
Ma non si può non pensare alle motivazioni. Per una tragedia consumatasi domenica pomeriggio sulla strada “maledetta” come altre. Una strada simbolo.
Simbolo delle cose calabresi fatte ad arrangiare. Basta avere la strada, poi se non è sicura… pazienza, almeno l’abbiamo! Basta avere la casa, poi se non è finita… pazienza, almeno l’abbiamo!
L’arte di arrangiarsi è un’arte sì, ma votata alla sopravvivenza. Se riesci ad arrangiarti per un po’, sopravvivi. Poi vivi.
Noi calabresi ne abbiamo rivoltato il senso, dell’arrangiarsi ne abbiamo fatto vita: viviamo ad arrangiare. Accettiamo un posticino di lavoro ad arrangiare, poi si vedrà, almeno l’abbiamo! Diamo avvio alle nostre attività ad arrangiare, poi si vedrà, almeno l’abbiamo! Anche gli acquisti facciamo ad arrangiare, per ora va bene poi si vedrà, almeno l’abbiamo!…
Ci culliamo nell’arrangiare e restiamo in attesa che qualcuno ci salvi e ci dia la vita.
Attesa eterna. Dove può accadere che, qualche volta, sorella morte arrivi prima. E pure nella morte ci arrangiamo: è successo, doveva accadere, era destino. No, non doveva accadere, non doveva essere destino. E’ contro natura, è contro legge.
Ed è contro natura ed è contro legge arrangiarsi. Basta!
Chè chi di arrangiarsi vive, di arrangiarsi muore. E noi vogliamo vivere! La Calabria vuole vivere! Arrangiarsi mai più!
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