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Sono andata a vedere il film “Aspromonte, la terra degli ultimi”. Sono andata a vederlo nell’unico cinema dove è in programmazione a Torino. Poco male: ho avuto il piacere di incontrare Pietro Criaco, l’autore del libro “Via dall’Aspromonte” da cui la storia è tratta. Ho visto un film che ti strugge con immagini care, un film che ti fa piangere di rabbia, un film che ti accarezza con la fermezza della maestra, un film che ti intenerisce con la dolcezza del poeta, un film che ti inchioda alle responsabilità con la voglia di futuro di Andrea, un film che ti fa sentire il rumore dei tuoi passi accanto a quelli di Cosimo, Pepè, Teresa. Insomma, un capolavoro di Mimmo Calopresti. Ho provato la gioia di vedere sul grande schermo alcuni amici come Mario Muscolo, Vincenzo Caricari, Ercole Macrì, Salvatore Commisso. E forse altri che non ho fatto in tempo a riconoscere. Ho provato il poliglottismo, nel comprendere tutti i dialoghi in lingua dialettale calabrese mentre gli altri leggevano i sottotitoli, come quando vai a vedere i film in francese.

Adesso mi aspetto di vedere tante statuette: oltre a sceneggiatura e regia, agli straordinari attori Marcello Fonte Marco Leonardi Annalisa Giannotta Francesco Colella , a Lele Libero Nucera per il casting, a Nicola Piovani per le musiche. Chiedo troppo? No, sogno anch’io, con Ciccio il poeta.

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