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 Anche nel mondo animale avrebbero bisogno dell’autovelox. Anzi, dell’animalvelox. Ma, siccome il coyote ce l’hanno già, quello vero, il buon Dio nel “E fu sera e fu mattina” decise che mai nessuno avrebbe posto limiti alla loro velocità. E fu così che ci ritroviamo adesso con cinque tipi di animali, classificati secondo la velocità che possono raggiungere. Escludendo l’uomo, che pure animale è, e alcuni sono animali assai, proprio bestie, per esempio quando si macchiano di femminicidio,  si può osservare che al tipo “velocissimissimi” appartengono il falco ed il rondone, 180 km/h. Seguono quelli del tipo “veloci assai”, come il ghepardo. Poi, in mezzo, c’è il tipo  “veloci medi”, come la gazzella, il levriero, il tonno, lo struzzo. Si, si, anche lo struzzo corre assai. E il cavallo, va come una Furia! Segue il tipo “quasi veloce”, che annovera all’interno del suo gruppo l’elefante, il dromedario, le pecore, gli italiani!  Infine c’è l’ultimo tipo, i “puoi correre quanto vuoi tanto sarai sempre ultimo”. Qui troviamo i rettili, i topi, le donnole e la tartaruga. La mitica tartaruga. Meravigliosa!

Quando si vede correre un animale si assiste ad uno spettacolo coinvolgente ed appassionante. Avete mai visto correre un gatto? Il movimento velocissimo delle zampe fa ricordare i fotogrammi in sequenza dei primissimi esperimenti di cinema. Si ha l’impressione di vedere la zampa e la sua scia in un moto che non esiste, sembrano fermi, una fotografia. Ma è una fotografia in movimento: incredibile, ma vero!

Gli animali potrebbero farci invidia, sono liberi, senza orpelli. Sembrano tutti scappati dalla fattoria degli animali di Orwell, in fuga dall’oppressore, dal cacciatore. Velocissimi, sfidano le leggi fisiche. Provate, facilissimo, ad immaginare un cane mentre corre: bocca aperta e lingua penzoloni da un lato della bocca che sventola come fosse un foulard, che ti pare che prima o poi lo perderà.

Tutto questo che vi ho detto, non potrà mai accadere all’animale che neanche appare tra i cinque tipi per quanto è lento. Non sarebbe bastato un rigo intero per denominare il tipo. Perché, forse, sarebbe stato: “non ci pensare neanche, mettiti in testa che non è cosa tua, continua per la tua strada, comportati bene e tutti parleranno bene di te, lascerai la scia”! Questo accade a chi non riesce a liberarsi dai pesi. (Mara Rechichi)

Lenta striscia e pari ca  esti sempi n’ta PACI,
ida chi non paga “ l’IMU” e apparteni ai VAVALACI!

Si cogghij….si stendi e faci sempi VAVI,

e n’codu … a casa si porta senza i mura e senza i TRAVI!!!

Si chiovi sutta a fogghija trova RIPARU,

e pensa au lambà chi non eppi mai casa…scunsulatu e AMARU!

A lu lambà n’ci dici: “Frati meu vavusu non n’deppimu mai GLORIA”
ma cu la VAVA e la Pacenzia n’cuna m’pronta n’ci a dassamu a sta STORIA!

Pacenzia e lentezza cu non poti u n’DAVI,

ca tuttu n’codu n’di scivula a nui chi campamu i VAVI!

Non simu lavativi pecchì iamu LENTI,

n’ta stu mundu adduvvi u TROPPU esti comu u NENTI!

(Marianna Frammartino)

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