0 Flares Filament.io 0 Flares ×

(Remix da un mio post social)

La Calabria è quella cosa che “Indovina dove?”

Dopo due giorni di “Indovina chi”, per l’ultimo giorno cambio avverbio.

Al lunedì il Salone si spoglia, non ci sono eventi di richiamo per il grande pubblico e tutto scorre più lento.

Non posso certamente chiudere senza dire qualcosa sulla Calabria, lo so che lo aspettate. Me lo avete chiesto in tanti, in chiaro e in privato.

Ebbene, eccola la Calabria! Non è sola qui e non è neanche la prima. Cercatela tra le altre regioni, tra queste immagini.
Che questa è: una regione come le altre.
Una regione con un proprio spazio, con un proprio programma, con le proprie case editrici, con i propri eventi, con la propria organizzazione.

Toscani che vanno alla Toscana, Laziali che vanno al Lazio, Campani che vanno alla Campania, e così via, esattamente come Calabresi che vanno alla Calabria.
Girano tutti, vanno alla propria regione, ma poi tornano e continuano ad esplorare, che l’Italia è grande, il mondo è grande e c’è tanto da vedere, da respirare, da leggere, da pensare.
La Calabria c’era come c’era il Piemonte (non in foto che troppo grande è e ci vorrebbe il grandangolo), come c’era il Friuli, come c’era l’Emilia Romagna, come c’era la Sicilia, ecc.; con i propri autori “classici” che hanno fatto la storia della letteratura locale, nazionale e in qualche caso internazionale, con i contemporanei e gli emergenti.
C’era come elemento alchemico che insieme ad altri elementi contribuiscono a rendere magico questo luogo fisico e della mente che è il Salone Internazionale del Libro di Torino che si è concluso con numeri da capogiro e da asfissìa e che ci da appuntamento al 2026 dal 14 al 18 maggio.
E chissà che Calabria sarà!

Mi rimane una pila di libri alta quanto me che solo a guardarla mi fa sentire una formica…perchè i libri non si possono mangiare?

Vi lascio con alcuni versi di Francesco Vitale incontrato per caso tra gli stand del Salone. Che io così faccio: non prenoto nulla, vado in giro e le cose belle mi vengono incontro.

“Di una poesia quotidiana
c’è bisogno
di domande nuove
c’è bisogno
ognuno di noi si impegni
c’è bisogno.

L’etica delle cose minime
(anche se minime non sono)
va via
come le stagioni
ma ritorna
come le stagioni.”
(frammento da L’etica delle cose minime, in Lo Spirito Cuoce, di Francesco Vitale, Edizioni Efesto).

0 Flares Twitter 0 Facebook 0 Google+ 0 Pin It Share 0 Filament.io 0 Flares ×
Share