
Mi sono ritrovata al concerto di Marracash a Messina, senza volerlo, per un caso fortuito. Non sono sua fan, so che esiste, canticchio qualche canzone quando passa in radio ma non lo seguo. Dice: “Perché ci sei andata allora?”.
Dico: “Perché le esperienze vanno fatte altrimenti non puoi sapere. E poi perché è doveroso, oltre che piacevole, per me conoscere l’oggetto di desiderio dei giovani, degli studenti.”
Fabio Bartolo Rizzo, 46 anni, ha concluso nella città peloritana il tour negli stadi 2025, solo sei date che valgono il doppio.
E quindi mi son mollata: auto fino a Villa San Giovanni, nave traghetto (benedetti siano i ferry boats con gli arancini annessi e i chinotti freddi!), bus navetta fino all’inizio della salita verso lo stadio San Filippo, camminata di un chilometro e mezzo, praticamente una passeggiata anche se con 38 gradi (benedetto sia il Fitwalking!) e ingresso allo stadio (non me lo ricordavo così grande). Appena arrivata in cima alle gradinate e visto l’allestimento del palco ho intuito che si preannunciava uno show degno di questo nome.
Così è stato.
Un intreccio di musica, canto, rap; coreografie con otto ballerini in camice da scienziato; tecnologia, bracci robotici danzanti che muovevano schermi e costruivano occhi alieni, danzavano in sincronia (serve lo smartphone a scuola?); numeri di magìa per far sparire e apparire persone e personaggi; Madame che sbuca dalla botola sulla passerella e impersona l’anima del cantante; un filo narrativo a tema esistenziale portato avanti in modo interattivo tra Marra e Mati, una IA con la voce di Matilde De Angelis; testi poetici, intrisi di filosofia firmata Fabio Rizzo (e chi è? È Marracash!).
Così:
“A tutti i ragazzi disastrati
Venuti su dritti che vivono in case cadenti
Tra le rovine delle loro famiglie
Una laurea ad honorem
A te che sei la più forte”
“Yeah, siamo passati da quelli che ben pensano
A quelli che non pensano
Oh, algoritmo che sei nei server
Manda il mio pezzo nella Top 10 e il mio video nelle tendenze”
“Che sei l’anima, sei la mia metà
Come sei fatta nessuno lo sa
Cerca dentro te e saprai mi hai ferita
Guarda dentro me, non vedrai una nemica
Dimmi
Che sei ancora qua”
“I nuovi padroni di Seattle
Le vecchie istituzioni che non contano un cazzo
Di generazioni in letargo
Instupiditi dalle bollicine di Vasco
Quella dell’AI, dei concerti live
Di voglia di cambiare il mondo con i like
Di musica di cui ti ingozzi ogni giorno
I morti con due scrolling te li scrolli di dosso”
“Propaganda, gaslight
Tutto crusha
Sembra Attack On Titans
Ti rifai la faccia
L’AI ti rimpiazza
Chi finanzia il genocidio a Gaza?
Chi comanda?
Siamo solo una colonia e basta
Ma la gente è stanca
Mica le riguarda
Vuole stare su Temptation Island
Il rumore come ninna nanna”
“Ehi, lavori umili, vestiti sucidi in buchi umidi
Uomini ruvidi, a trenta ruderi con gli occhi lucidi
Signore aiutami, signore, signore, signore…
La vita è “produci-consuma-crepa”, chiunque di noi prima o poi l’accetta
É chi si crepa già prima di finire sotto terra
Produco il meno possibile, rubo il rubabile per ritardare che mi crepi l’anima
Poi fuori fa scuro ed ognuno va nel formicaio in cui abita”
In decenni di partecipazione a concerti non mi era ancora mai capitato di vedere e sentire TUTTO LO STADIO, dal prato alle tribune cantare TUTTE LE CANZONI e OGNI SINGOLA PAROLA a squarciagola. Io sono riuscita a cantare timidamente qualche sua parola qua e là e continuamente le parti che riprendevano “Quelli che ben pensano” di Frankie Hi-Nrg MC e “Canzone triste” di Ivan Graziani (so’ generazione X, che ce volete fa’?).
Chi cantava? Cantava il popolo di Marra, tutti giovanissimi e giovani, sotto i 18 accompagnati dai genitori e sopra i 18 in gruppo di amici, neo diplomati, quasi laureati, impiegati, disoccupati. TUTTI BELLISSIMI, puliti, educati, proprio bravi ragazzi e brave ragazze, figli nostri, sembravano anche studiosi. Ho detto sembravano. Sì, perchè ad un tratto mi sono chiesta: ma loro che sanno tutte le parole di tutte le canzoni, e non sono testi veloci da capire, chissà se sono bravi a scuola, chissà se sanno così bene la letteratura, la filosofia. E poi mi son detta: magari non sapranno bene la filosofia dei “padri pensatori”, ma in quanto al pensiero del “figlio pensatore” Marra Fabio Rizzo son preparatissimi! E magari gli basterà per vivere nell’oggi. Chissà, chissà, domani…
Bravo, Marra!
A margine, un elogio ai concerti a Messina: organizzazione perfetta, dai trasporti alla gestione degli spazi e della sicurezza. C’era tutta la Sicilia ma c’era anche più di mezza Calabria. Arrivati con bus organizzati, arrivati in treno, arrivati a piedi dalla città stessa o da Villa San Giovanni, migliaia. Confluenza e defluenza perfette, tranquille, gestite benissimo. Evviva i concertoni a Messina!(E tutto senza ponte, pensa un po’!)
Dopo Mara cash per Marracash, quand’è il prossimo concèrt?
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