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La prima volta che andai a Polsi avevo, credo, dieci anni. Mio padre e un suo collega decisero di portare le rispettive famiglie in visita al Santuario per la festa, insieme. (Chissà se anche loro se lo ricordano!).

Della festa non ricordo nulla: nè santuario, nè bancarelle, nè musiche, neanche la Madonna stessa.
Quello che ricordo è che la strada era così impervia che per affrontare alcune curve, mio padre fece scendere dalla macchina me, mia sorella e mia madre. Me e mia sorella ci fece sedere sul cofano anteriore della nostra FIAT 128 per fare peso e riuscire a superare le curve in salita. Mia madre le affrontava a piedi.
Il ricordo attraverso il racconto di mia madre vuole che andammo in chiesa, omaggiammo la Madonna, facemmo il giro di tutte le bancarelle, usufruimmo dei bagni a lato del santuario e poi ritornammo verso casa; arrivati all’ultimo tratto impervio, dopo aver attraversato un corso d’acqua, facemmo un picnic “liberatorio”. La paura della strada era passata, la Madonna ci aveva accompagnati al sicuro e quindi festeggiammo a modo nostro col cibo tipico delle gite fuoriporta.
Il giorno dopo, la frizione della 128 era andata, fusa, persa sulla strada per Polsi.

Ora, son passati quasi cinquant’anni e ancora si parla di problemi di strada.
Perchè “il più grande problema di Polsi jè… la sthrata”!

Meno male che la Madonna conosce bene la strada, nel frattempo ha preso la patente e oggi è scesa da sola a San Luca!

(foto da Mediterranea news e RaiNews)

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