Care amiche appartenenti al gruppo SNOQ Locride,
ho sentito il bisogno di scrivervi queste poche righe, non vi prenderò molto tempo, per comunicarvi quanto segue.
Ad ottobre 2010 mi trovavo a Torino per lavoro, insegnavo lì. Stavo prestando attenzione a ciò che accadeva in Italia e a come le donne si ritrovavano, loro malgrado, a compiere passi indietro rispetto alle conquiste fatte in tutti i campi, in un processo non ancora compiuto. Fu in quel periodo che mi avvicinai idealmente al movimento Di Nuovo che stava girando l’Italia portando in scena “Libere”, uno spettacolo/incontro interpretato da Lunetta Savino e Isabella Ragonese, per la regia di Cristina Comencini, il cui scopo era quello di sensibilizzare gli italiani tutti, proprio sul tema della condizione femminile in Italia che tornava prepotentemente sulla scena. Cristina Comencini ne spiegava così la necessità: Sentivamo un disagio forte per come la televisione e i giornali italiani ci rappresentano, per la quantità crescente di episodi di violenza contro le donne, per la nostra vita reale, di famiglia e di lavoro. Ci siamo chieste se le donne avessero abbandonato l’idea che si potesse cambiare questo stato di cose. Prese da vite frenetiche, da carriere difficili da combinare con la vita privata, dalla nostra volontà di non trascurare i figli, i compagni, restava poco tempo per pensare a sé stesse e valutare se la libertà di cui certamente godiamo più delle generazioni che ci hanno preceduto, ci avesse reso veramente libere. Gli scandali sessuali, il corpo della donne usato da uomini e donne come merce, il tasso di lavoro femminile più basso d’Europa, la scarsità di servizi di base alla maternità, la differenza di remunerazione a parità di preparazione e mansione, la natalità decrescente e sempre più tardiva, ci dicono che oggi l’Italia non è un paese per donne. Eppure proprio nel nostro paese le spinte di cambiamento della vita e della coscienza delle donne sono state forti e determinanti, già nel dopoguerra e in tutti gli anni Settanta. Cosa ha interrotto da una generazione all’altra la consapevolezza del nostro ruolo fondamentale nella società, della nostra dignità, dei nostri diritti?
Ecco, Libere, coinvolgendo il pubblico, cercava di dare risposte a questa domanda. C’era anche Anna Carabetta a Torino quella sera. Non ci incontrammo da vicino, c’era troppa gente, ma rimanemmo in contatto, per riuscire ad organizzare qualcosa anche nella nostra Calabria, nella nostra Locride, già Costa dei Gelsomini.
Ma la risposta più grande venne quel 13 febbraio del 2011 quando in tutte le piazze d’Italia, le donne (insieme agli uomini) sfilarono e urlarono in coro la loro indignazione: Riprendiamoci la dignità. Se Non Ora, Quando? Una primavera! Una nuova primavera! Tutte le donne d’Italia, senza colore partitico, verso un unico obiettivo. Partecipai alla manifestazione di Torino, mentre le mie amiche calabresi partecipavano alla manifestazione di Roccella Jonica, dove Anna Carabetta con Maria Marino inscenavano Libere.
Grazie al 13 febbraio fu costituito il Comitato Promotore Nazionale di SNOQ, a Roma e più di un centinaio di comitati territoriali. Anche la Locride espresse il desiderio di crearne uno proprio. Allora, mentre frequentavo SNOQ Torino, tenevo i contatti con SNOQ Locride. E così faceva Anna Carabetta, tra il CP a Roma e SNOQ Locride. Era il periodo dei festeggiamenti per i 150 anni dell’unità d’Italia. Le amiche Torinesi mi chiesero di portare alle amiche Locridee 10 bandiere SNOQ avvolte nel nastro tricolore, in segno di unità tra nord e sud, “un ponte ideale tra partigiane e brigantesse”, dicemmo ai tempi.
SNOQ si diffondeva sempre più, sempre più donne sentivano la necessità di stringersi attorno ai temi che riguardavano il lavoro delle donne, la famiglia, la rappresentazione mediatica delle donne, la violenza, la rappresentanza nei posti dirigenziali. Il Comitato Promotore (CP) organizzò un incontro nazionale a Siena, dove venne consolidato il bisogno di stare insieme e lottare insieme. E ci si cominciava ad interrogare sulla forma organizzativa che SNOQ doveva prendere.
Dopo un anno dal 13 febbraio il dibattito sull’organizzazione di SNOQ era apertissimo, mentre il CP si era costituito in associazione, i Comitati locali si organizzavano liberamente senza specifiche direttive, contando soltanto sulla Carta d’Identità SNOQ, che afferma:
La mobilitazione delle donne del 13 febbraio in tante città e centri italiani e all’estero è stato un grande evento di popolo, ricchissimo per la molteplicità e pluralità di culture, di genere, di generazioni, politiche, sociali, professionali, delle persone convenute. Nella preparazione e nella gestione della giornata si sono messe insieme energie disparate, si sono accese e incontrate spontaneamente speranze e aspettative diverse.
Dal 13 febbraio non si torna indietro. Non vogliamo tornare indietro. La novità e la forza di SeNonOraQuando è dovuta a caratteristiche preziose e inedite che vanno riaffermate o se necessario promosse ovunque.
Tali caratteristiche qualificanti e originali di SNOQ saranno presenti e fondanti in tutti i comitati che desiderano definirsi e riconoscersi con quel nome e partecipare alla costruzione di un cammino comune.
Esse sono:
a) la libertà, la forza e l’autonomia delle donne in tutti i campi
b) il coinvolgimento delle diverse associazioni di donne e delle organizzazioni professionali delle donne
c) l’adesione a titolo personale delle donne dei partiti e dei sindacati
d) la pluralità politica, culturale e di credo
e) l’esplicita attenzione alle giovani e ai giovani
f) l’utilizzo di un linguaggio trasversale e plurale nella comunicazione.
Di conseguenza il logo SNOQ non può essere usato per iniziative o manifestazioni di partiti o altre singole associazioni. Analogamente sono assenti dai comitati SNOQ simboli politici e sindacali.
Naturalmente lo sforzo di ciascun comitato sarà volto a favorire la partecipazione e il coinvolgimento di tutte le donne.
Con questi presupposti, SNOQ Locride aveva voglia di lavorare, sentiva che la Locride aveva gli stessi problemi di tutta Italia, sentiva che finalmente si poteva stare insieme per fare qualcosa di concreto attorno a questi temi, temi nazionali caratterizzati localmente, non temi strettamente localistici. I temi localistici erano abbondantemente già affrontati, da più parti. Così ad aprile del 2012, come Comitato Locale, offrimmo la nostra disponibilità ad organizzare nel nostro territorio un incontro nazionale per porre l’attenzione sui temi del lavoro, della rappresentanza, dell’istruzione. Il CP invece, ci propose di fare l’incontro sul tema della legalità, legandolo allo specifico territorio, insistendo perché nella locandina stessa dell’evento fosse evidenziato che l’incontro si sarebbe svolto nella Locride! Condannati a discutere solo e soltanto di legalità! In grande maggioranza non fummo d’accordo, e non perché pensavamo che non fosse un tema importante; pensavamo e pensiamo che non debba essere l’assoluto, pensavamo e pensiamo che non solo di legalità abbiamo bisogno. E così facemmo un passo indietro nell’organizzazione dell’evento, lasciandola direttamente al CP che non volle sentire le nostre ragioni. Il 23 giugno 2012 a Gerace fummo ospiti, non padrone di casa, come tutti gli altri Comitati Locali presenti. Dal 23 giugno, ovviamente, non tutto era più come prima, SNOQ non si era mostrato ciò che noi avevamo sperato.
Ma voglio, e mi avvio alla conclusione, dirvi che non era più ciò che io avevo sperato che fosse. Lo SNOQ che avevo visto da Torino, da Locri aveva assunto un’altra volto. Sono rimasta in standby per tutto questo tempo. Adesso, che noto quello che sta accadendo con le candidature per le prossime elezioni politiche, ancora una volta, ma è l’ultima, mi sento lontanissima da SNOQ. E’ per questo che ho deciso di abbandonare definitivamente l’adesione al movimento e, conseguentemente, abbandonare il corrispondente gruppo Fb. Non ho bisogno di SNOQ per lavorare per migliorare la mia Terra, vi potrò sembrare presuntuosa ma vi assicuro che lo faccio ogni giorno (e come me tantissime altre donne, amiche, conoscenti, perfette sconosciute) in silenzio, dentro la famiglia, al lavoro, nella mia comunità, e continuerò a farlo. Ah, una cosa: non sono mai stata e non sono femminista. Buona continuazione a tutte voi!
Mara Rechichi
NB la foto che appare in questo blog, nella Short Biography, è stata scattata a Torino il 13 febbraio 2011. Qualcosa voleva dire.
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