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Tornata da scuola poco fa, dopo il mercoledì che è sempre lungo, ho fatto che prendere un libro (ve lo dico in torinese  e non me ne vogliano i torinesi, questa espressione mi sta simpatica) e mi è venuto fuori dal bookcase un libro che, nonostante io l’abbia avuto nei giorni immediatamente seguenti alla pubblicazione, grazie alla sua curatrice mia carissima amica, non ho ancora avuto il tempo di leggere con l’attenzione che merita. Allora apro a caso per fare PACLIC (e vi raccomando sempre che se non sapete ancora di cosa si tratta, dovete cercare e leggere il post dal titolo PACLIC zero) e la pagina che mi viene sotto gli occhi è la seguente

fuori

Siamo a pag. 97 del libro che ha titolo “FUORI. Racconti per ragazzi che escono da Nisida” , scritto da vari autori, edito da Caracò e curato da Maria Franco, docente di lettere proprio a Nisida, all’Istituto Penale Minorile dove vengono accolti i minorenni che hanno infranto le leggi che implicano il codice penale. Questo libro è fresco di stampa ed è l’ultimo, il conclusivo di un progetto di scrittura che è durato diversi anni: racconta se e come i ragazzi, durante la loro permanenza a Nisida, pensano al loro futuro, alla costruzione di questo. Sulla stessa via o su percorsi diversi, nuovi? Scrive Maria Franco nella quarta di copertina: “Il passato è l’unica dimensione del tempo che i ragazzi in carcere possiedono davvero. O meglio, ne sono posseduti, carichi, spesso, di pesi e ferite troppo forti. Il presente è il non-tempo del carcere che, per quanto pieno di attività, incontri, iniziative, si identifica con i giorni, i mesi, gli anni che si desidera passino in fretta, più in fretta che si può. Quanto al futuro, il suo orizzonte si limita, in moltissimi casi, al momento del ritorno in libertà, visto come il culmine di ogni felicità.” La pagina di oggi si legge facilmente, non ha bisogno di particolare commento. Sta parlando un ragazzo, F., che racconta di sè. Vi invito alla lettura e, magari, anche alla riflessione.
Buona lettura, a domani per l’ultimo PACLIC. Già, perchè domani è il 23 aprile, la Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore. E concluderemo la festa, questa festa.

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