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foglieCerto, lo so. Ne è passato di tempo dall’UBU numero Tredici. Circa due mesi. E vi avevo promesso l’UBU ultimo che non è poi arrivato, nonostante la fine dell’estate. Di quell’estate da calendario, però; non certo di quest’estate climatica che pare non voglia saperne di andar via. E così, oggi, giorno che diventa più corto per via del ritorno dell’ora solare e che ci ricorda che l’inverno deve ancora venire, mi sembra il momento giusto per mantenere fede alla mia promessa.
In questi ultimi due mesi sono successe tante cose, e per me la più rilevante è stato il mio ritorno alla Scuola e, conseguentemente, il mio ritorno al Nord, il mio ritorno all’emigrazione, alla Calabria lontana. L’ho raccontato dalle colonne di Zoomsud cosa mi ha fatto tendere a quel fenomeno che è stato chiamato “la grande fuga” e non mi ripeto qui. Qui, invece, voglio registrare quel che chiude l’estate e apre l’inverno che dovrà arrivare. Chiude l’estate un autunno meraviglioso, mite di clima e variopinto di profumi, colori, gusti: mi perdo tra castagne, noci, pappardelle ai funghi, creme di zucca, melograni, torte di mele, biscotti alle nocciole, risotti vari. Per contro, un autunno nebbioso dal punto di vista sociale con statistiche rilasciate dagli Istituti preposti che alla voce giovani-disoccupati-chenoncercanolavoro fanno rabbrividire anche il genitore più irresponsabile. Un autunno dal giornalismo televisivo che spinge a cambiare canale o spegnere addirittura la tv per la ripetitività dei servizi, dei programmi di informazione(?), degli ospiti in studio in questi programmi, della monofonia delle notizie: sento parlare sempre e solo di uno. Ascolto la radio, mi soddisfa e mi diverte molto di più; le notizie le ascolto lì e le leggo sui giornali online.
Nessuno parla dei veri problemi delle persone comuni. A nessuno interessa sapere come si opera dentro la scuola italiana con gli alunni/studenti, al di là dei concorsi-truffa e dei sindacati-ricorsifici? A nessuno interessa sapere come sono gli alunni/studenti del secondo decennio degli anni duemila?  A nessuno interessa sapere come i servizi sociali italiani stiano prendendo una piega che va sempre più verso il Mercato e sempre meno verso lo Stato? E a chi interessa sapere che posto occupa la cultura (acquisto libri, musica, biglietti per concerti, teatro, cinema…) nel paniere degli italiani in questa fine estate-inizio inverno? E cos’altro…? Forse che le quattro signore anziane che vedo ogni pomeriggio riunite insieme, sedute davanti ad un caffè nel dehor del bar vicino alla fermata del bus nelle prime due settimane del mese, nelle altre due settimane stanno sedute sulle panchine sotto gli alberi che si stanno spogliando perchè il caffè non possono più permetterselo e devono attendere il nuovo mese? E magari in questo nuovo mese che arriva  le vedrò nel dehor soltanto qualche giorno perchè i caffè si trasformeranno in fiori per i loro mariti che non ci sono più…
Cosa, veramente interessa?
A leggere i giornali di oggi mi pare che quello che interessa è che morta una Ruby si fa una Leopolda.

UBU finisce qui. Un caro saluto a tutti voi lettori, e tanti ringraziamenti per aver seguito UBU (Under Big Umbrella). A presto risentirci con nuove Note.
Mara

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