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salone libro aperturaStamattina è stata inaugurata la 28a edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino. Dunque, la kermesse, ha avuto inizio. Sono andata per due ore soltanto, giusto il tempo di fare un giro veloce nei padiglioni 2 e 3, che poi dovevo andare a scuola. Giusto il tempo di incontrare qualche amico;  di gioire della vista di tante scolaresche che si guardavano intorno come fossero al Paese dei Balocchi; di stringere la mano al Presidente Mattarella (guardate il video postato in basso a questa pagina).
E giusto il tempo di dare il via all’ìniziativa di questo blog dal titolo Ho scelto questo libro perchè .

Vi presento, dunque, il primo amico de Le Note di Mara Rechichi incontrato a #SalTo15.
selfi ridevacolosimo ridevaSi tratta di Pino Colosimo, calabrese ma torinesissimo d’adozione. Può tranquillamente essere definito “il più grande estimatore di Corrado Alvaro”, la sua collezione privata di libri di questo autore conta centinaia di volumi, di tutte le edizioni e ristampe esistenti.  L’ho incontrato allo stand di Rubbettino Editore ed ha scelto il libro Ti ho vista che ridevi, del collettivo di scrittori Lou Palanca, arrivato nelle librerie pochi giorni fa. Pino mi ha spiegato che:

Ho scelto questo libro perché mi ricorda la prima emigrazione, non quella degli anni settanta, selvaggia, ma proprio quella centellinata dagli eventi; ed è quella di mio padre. E mi ricordo che mio padre mi portava in moto, a bordo della sua MV Augusta nelle Langhe ed ero rimasto colpito da queste donne che non avevano le fattezze delle donne piemontesi, e che lavoravano come uomini, sia nei campi che addirittura a costruire, a fabbricare la casa che poi sarebbe stata della loro unione, del loro matrimonio. E quindi, queste immagini le ho conservate ma non le ho mai più ritirate fuori, finchè è uscito questo libro che ha fatto ripiombare indietro di 40 anni, 50 anni anzi. Leggo delle cose che realmente sono accadute e ne sono testimone oculare di questi fatti, non c’è nulla di inventato. Allo stesso tempo, mi ricorda tanto un mio amico che abita nell’astigiano che, per portare la sua donna non piemontese ai suoi, disse che era di Villafranca e loro pensavano a Villafranca d’Asti, invece era di Villafranca Cosenza;  questo equivoco era stato necessario per far entrare quella donna in casa. Che poi si è rivelata la donna che ha rotto ogni stereotipo del meridionale che veniva visto con molta diffidenza. Perchè, forse, l’ultima aggregazione che c’era stata era stata quella della guerra, del secondo conflitto mondiale, ma non era stata una vera mescolanza del popolo italiano.”

Io ancora non ho letto questo libro, l’ho cercato in due librerie a Torino e, non trovandolo, mi son detta: lo prenderò al Salone, direttamente dalla casa editrice. So, però, di cosa parla. Del fenomeno delle “calabrotte”, quelle donne calabresi che emigrarono dalla Calabria verso il Piemonte delle Langhe per sposare i contadini rimasti da soli nelle campagne mentre le donne, in un percorso di emancipazione, avevano abbandonato le campagne per trasferirsi in città e lavorare. I Lou Palanca raccontano la storia di Dora che dalla Locride arriva nelle Langhe negli anni ’60; storia che incrocia altre storie. Tutto da leggere.

Qui in basso trovate altre foto fatte stamane al Salone, troverete qualche foto anche dello stand della Calabria (che pare lo stand per la BIT, ma belle foto, proprio belle!) con una specie di persiana, adatta a cummari che da dietro osservano cosa accade fuori e guardanu cu’ passa.

Domani farò una capatina breve, mi potrete trovare nel pomeriggio un pò in giro e poi nello Spazio RAI a seguire la diretta di Caterpillar su Radio Due. E chissà chi sarà domani a dirmi #hosceltoquestolibroperche!

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